Il Senatore del Movimento 5 Stelle Marco Scibona presenterà un’interrogazione parlamentare riguardo a quanto avvenuto due giorni fa al passaggio di un gruppo di No Tav tra Italia e Francia.
Il 27 settembre Scibona ha infatti accompagnato una delegazione di attivisti contro l’alta velocità che voleva recarsi oltralpe per partecipare alla maratona italo-francese in programma per la stessa giornata. Al loro arrivo alla frontiera, però, hanno trovato la gendarmerie ad attenderli, che li ha fermati chiedendo i documenti di tutti i presenti e prendendo nota delle targhe delle vetture.
La procedura ha tenuto fermo il gruppo per circa mezz’ora, con l’eccezione del senatore che, in quanto tale, si è visto restituire immediatamente il documento. Tutti gli altri, invece, hanno dovuto attendere che la gendarmerie francese controllasse i loro nominativi con la polizia italiana, a quanto pare su esplicita disposizione del Prefetto di Chambéry.
Poco dopo l’episodio, Marco Scibona ha pubblicato sul proprio sito un post che riprendeva l’accaduto, dal titolo “No Tav in trasferta, controlli alla frontiera: vogliamo vederci chiaro!”. Nel pezzo, il senatore del M5S ha denunciato tra le altre cose che per tutta la durata del controllo, che si è svolto a circa 2000 metri di altezza, è stato impedito al gruppo di recarsi ai servizi igienici o mettersi al riparo, mentre le altre vetture a targa italiana superavano la frontiera nel giro di pochi secondi.
Scrive Scibona: «Che io sappia gli accordi Schengen sono ancora in vigore e non mi risulta che esista un’etnia No Tav che sia esclusa da tali accordi». Ma il senatore lascia il beneficio del dubbio («Potrei sbagliarmi…») e per questo annuncia di voler sentire i ministeri competenti per fare chiarezza sull’accaduto. In particolare, il Ministro degli Esteri «per conoscere se ci siano restrizioni in caso di espatrio di No Tav» e il Ministro degli Interni «per sapere se corrisponda al vero il fatto che i nostri uffici di Polizia abbiano effettivamente impiegato circa 30 minuti per identificare ciascun cittadino italiano che voleva attraversa il confine Italia-Francia».