Da questa mattina Dana Lauriola, portavoce dei No Tav, è in sciopero della fame in carcere. Assieme a lei anche altre due detenute, per protestare contro la “grave situazione che stanno vivendo all’interno del carcere delle Vallette”.
Come riportano i canali del movimento No Tav alla base della protesta vi è “la diminuzione delle ore di colloquio previste per legge, anche in videochiamata; le sei ore che ogni detenuta ha a disposizione per legge per effettuare colloqui in presenza che, sospesi per via della pandemia Covid-19, sono stati sostituiti da video chiamate che però non mantengono mai il monte ore settimanale complessivo, ma al contrario lo diminuiscono se non direttamente dimezzato”.
I No Tav osservano anche come “dal momento in cui il carcere ha riaperto la possibilità di effettuare le visite familiari, tantissimi parenti si sono recati al carcere per effettuare le prenotazioni, solo che una volta presentatisi in loco, a tutti quelli provenienti da fuori Torino è stato vietato l’accesso al carcere con la scusante della Zona Arancione. Ma non solo, sono stati respinti e colpevolizzati per essersi presentati, nonostante non sia giunta a loro alcuna comunicazione da parte della Casa Circondariale”.
Lo sciopero della fame di Dana, in carcere dallo scorso settembre, andrà avanti ad oltranza “fino a che non saranno nuovamente garantiti i loro diritti”.