Un’unica parola d’ordine: “No allo sgombero dell’ex Moi”. Dietro questo slogan sabato, 14 marzo alle 15, da piazza Carlo Felice a Torino, si ritroveranno gli occupanti e i solidali delle palazzine Olimpiche. Qui vivono da alcuni anni i profughi del progetto “Emergenza Nord Africa”, finanziato dalla comunità europea per i rifugiati dalle guerre in Libia, in particolare.
Alla fine del programma di assistenza si sono ritrovati per strada, senza una casa. Così si sono trasferiti all’ex Moi, i vecchi mercati generali del quartiere Lingotto, che nel 2006 ospitava gli atleti delle Olimpiadi invernali. Ma quando la fiamma olimpica si è spenta queste palazzine sono state lasciate al proprio destino. Abbandonate, a limite del degrado. Al punto che non fu possibile per gli organizzatori di Paratissima, nel 2014, tornare in questa location, che era avvenuto in passato.
Su richiesta della Procura di Torino, il gip Luisa Ferracane ha sequestrato nel gennaio scorso le palazzine. Quindi il pericolo di sgombero da alcuni mesi è reale.
«Ad oggi – spiegano nell’appello gli occupanti – non è pervenuta nessuna proposta d’ incontro, né agli abitanti o ai loro rappresentanti, né al nostro comitato di solidarietà. Non è dato sapere cosa sarà dei palazzi che molti chiamano casa». «A parte il dialogo con la Circoscrizione IX – continuano – la politica si è distinta per il silenzio totale e l’aggressività razzista, per cui sono seguiti la manifestazione anti-rifugiati, la visita provocatoria dei consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia e infine la manifestazione della Lega Nord guidata da Matteo Salvini».
Ma non solo contro lo sgombero dell’ex Moi sabato scenderanno in piazza. Le richieste dei manifestanti riguardano anche la richiesta di un permesso di soggiorno a lungo termine, la libertà di movimento in Europa, lavoro e il riconoscimento della residenza in via Comunale 3.