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domenica, 8 Settembre 2024

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Quanto sarebbe accaduto qualche giorno fa nella riunione del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle evidenzia alcuni aspetti che è bene analizzare per capire cosa sta succedendo dalle parti di Palazzo Civico.
Il primo è di carattere generale.
Dall’entrata in vigore della legge sull’elezione diretta del sindaco nel 1993 il consiglio comunale è stato limitato ad un compito di indirizzo e di controllo, spostando il potere decisionale, e la visibilità, principalmente in capo alla Giunta.
Questo ha fatto sì che, dal 1993 ad oggi, si verificasse spesso una situazione di conflitto, di frustrazione, di scollamento, tra i consiglieri di maggioranza, eletti con voto di preferenza e chiamati di volta in volta a ratificare decisioni assunte da altri, e gli assessori, nominati fiduciariamente dal sindaco e titolari delle decisioni assunte e pertanto anche più “visibili”.
Questa situazione non si è verifica quando il dialogo, l’intesa e il confronto sono presenti nell’ambito della maggioranza prima che i provvedimenti vengano approvati e quando la condivisione sulle scelte da assumere è stata praticata.
Il rischio è pertanto che la maggioranza consiliare diventi la vera opposizione alla Giunta quando questa si ripiega su se stessa o si allontani dalle linee che il Consiglio approva.
E qui vengono i due aspetti specifici della vicenda.
Apprendiamo che gli assessori sono considerati dai consiglieri pentastellati dei tecnici e che pertanto l’ortodossia grillina è esclusivamente in capo al gruppo consiliare e che la sindaca si barcamena tra il rispetto dell’ortodossia e le necessità del governo della città e che il gruppo non è affatto convinto che le cose fin qui fatte siano in linea con quanto proclamato in campagna elettorale, con il pensiero dei propri elettori, con le esigenze dei cittadini e della Città nel suo insieme.
Verrebbe da disquisire sul fatto che chi vince governa non solo in nome e per conto di chi lo ha votato e sul fatto che il ruolo degli assessori sia di natura prettamente politica, essendo le funzioni tecniche in capo alla struttura e non a chi, sulla base di una nomina fiduciaria da parte del sindaco è delegato a decidere sui temi specifici, in base ad una delibera di indirizzi programmatici approvata dal Consiglio.
Ma la crepa che s’intravede ci deve far riflettere sul fatto che al momento chi ha la responsabilità di governare la Città è concentrato non tanto su cosa è bene fare, e farlo, ma su cosa penseranno i nostri militanti se non facciamo ciò che abbiamo promesso. In più rende evidente che gli assessori non godrebbero della fiducia dei consiglieri della propria maggioranza.
Non li ritengono “ortodossi”, coerenti con il “verbo” grillino. Un dato è certo: tutti i progetti che hanno avversato prima e durante la campagna elettorale non solo non sono stati abbandonati o cambiati (e meno male) ma ad essi non è stato aggiunto nulla di nuovo e anzi sono state prese decisioni che hanno scatenato malumori fuori e dentro il Movimento o li hanno esposti a sonore figuracce (vedi alghe e mostra di Manet, solo per fare qualche esempio).
Il secondo aspetto specifico di questa vicenda è l’assoluta mancanza di trasparenza. Ma come? Non si doveva trasformare Palazzo Civico in una casa di vetro? Come mai le riunioni del gruppo non sono trasmesse in streaming e quelle della Giunta solo ogni tanto e con un copione predisposto? Come mai c’è un palese sentimento di fastidio verso chi ha opinioni diverse, nei confronti di chi ha il compito di raccontare i fatti? Perché i giornalisti vengono invitati “a cambiare mestiere” e non possono circolare liberamente per Palazzo Civico? Perché i dissidenti grillini non possono esprimersi liberamente e vengono attaccati pesantemente tanto nelle segrete stanze quanto e soprattutto sui mitici social? Perché spuntano profili palesemente falsi (fake) di pseudo militanti dell’opposizione che passano la giornata a polemizzare con l’opposizione stessa?
La vicenda narrata da questo giornale della riunione del gruppo 5S ci dice semplicemente che anche le liturgie partitiche, le divisioni, lo scontro istituzionale tra Giunta e Consiglio sono comparse da quelle parti: da chi doveva rappresentare il cambiamento ci si aspettava qualcosa di diverso.
E, invece, niente di nuovo.

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