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mercoledì, 11 Dicembre 2024

Nel Pd un’anima neo-socialista

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Giusi La Ganga

Con gli amici che mi seguono voglio essere franco. Personalmente non sono disponibile, nella situazione politica attuale, ad operazioni di rottura del Partito Democratico, comunque motivate. Chi mi segue ha potuto leggere con quanta delusione e con quanto rammarico abbia seguito la parabola di Renzi, dopo averlo votato segretario. Dopo un inizio brillante e convincente, gli errori si sono moltiplicati, fino all’“annus horribilis” appena terminato. Non tutti la vedono come me; ci sono tanti entusiasti in buona fede. Ma è sempre così: solo il tempo chiarirà chi ha ragione.
Ma, detto questo, resto convinto che una battaglia politica sia possibile e necessaria dentro il PD. C’è una sola condizione, che nella sua intervista di stamattina Franceschini ricorda: la piena agibilità politica. Un partito grande deve lasciar vivere tutte le proprie anime. La cultura del “chi vince prende tutto” non appartiene alla nostra storia e distrugge qualsiasi comunità politica. A poco vale ricordare i Paesi anglosassoni. Hanno un’altra storia e altre tradizioni. E poi, se proprio si volesse fare il paragone, lì Renzi dopo tre sconfitte si sarebbe dovuto dimettere, non per finta ma per davvero, come Cameron. Ma qui siamo in Italia e quindi ci dobbiamo convincere che si deve organizzare un partito vero, fatto di una comunità e non solo di un capo e dei suoi legittimi ammiratori.

Io penso che i partiti della sinistra riformista in Europa e nel mondo debbano fare una profonda riflessione, perché le terapie proposte per la crisi non hanno funzionato o, comunque, non hanno convinto gli elettori che li votavano. Il PD non può illudersi di reiterare all’infinito una narrazione dell’Italia che non ha convinto. Se è vero che siamo parte del socialismo europeo converrebbe che partecipassimo da protagonisti alla ricerca di nuove vie per realizzare ciò che Turati riteneva l’unica cosa eterna del socialismo: la libertà congiunta con la giustizia. E che quindi in ogni epoca storica porta a soluzioni differenti.
Un’anima neo-socialista nel PD sarebbe fondamentale per aiutarci ad uscire dalle difficoltà. È chiaro che però questo è possibile solo se chi guida il partito la considera utile e preziosa, e non un intralcio per il proprio luminoso destino.

 

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