di Moreno D’Angelo
Nonostante la miriade di proclami e iniziative ecologiste gli ultimi dati dell’Oms sulla qualità dell’aria presentano un quadro sconfortante: il 92% della popolazione mondiale respira aria inquinata. Insomma non sappiamo più nemmeno se nel cuore del deserto o sull’isola del Borneo vi sia aria pura. Forse solo ai poli in continuo scioglimento, ma non è neanche detto.
Un fenomeno drammatico che direttamente o indirettamente è stato responsabile della morte di circa 6,5 milioni di persone nel 2012. Lo studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha realizzato una mappa interattiva con un quadro dettagliato della situazione in ben 3000 città.
Insomma in quasi tutto il pianeta si superano i limiti stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E per trovare riparo a questo dramma non basta chiudersi in casa o in un ufficio.
Gran parti dei decessi legati a questo fenomeno si registrano in paesi a basso reddito e di questi i due terzi nel sud est asiatico e nel Pacifico occidentale. Emblematiche le immagini della nuvola di smog, visibile anche dai satelliti, che staziona perennemente sopra diverse megalopoli cinesi. L’Oms precisa come il 94% dei decessi sia dovuto a malattie non trasmissibili (malattie cardiovascolari, ictus, broncopneumopatia cronica ostruttiva e cancro ai polmoni). L’inquinamento dell’aria, inoltre, aumenta il rischio di infezioni respiratorie acute.
Non avremo la nuvola di fumo di Pechino ma anche a Torino basta girare in Piazza Statuto per avere la tosse e altre sensazioni poco piacevoli specie per chi viaggia in bicicletta o a piedi.