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sabato, 27 Luglio 2024

“Napolitano non è il mio presidente”. A Strasburgo la Lega contesta il capo dello Stato

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“No Euro”. “Euro kills”. È stato un vero e proprio attacco all’euro quello messo a punto questa mattina dagli eurodeputati leghisti Matteo Salvini, segretario di partito, Mario Borghezio e Mara Bizzotto. Armati di striscioni i tre, certamente non nuovi a simili bagarre, hanno interrotto l’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso della sessione plenaria del parlamento di Strasburgo.
Che oggetto della contestazione fosse in parte anche Giorgio Napolitano è fuori di dubbio, grazie anche alla maglietta indossata dall’europarlamentare Mara Bizzotto che recitava “Napolitano non è il mio presidente”. Un messaggio che lascia pochi sott’intesi, a quanto pare regalo di un militante alla Bizzotto consegnato prima della partenza per Strasburgo.
Ad ogni modo la bagarre leghista ha interrotto il discorso del presidente della Repubblica solo per qualche minuto, grazie al repentino interventi dei presenti in aula, che hanno provveduto a strappare di mano cartelli e striscioni ai parlamentari leghisti tra cori di fischi provenienti dagli altri settori dell’emiciclo.
«Non ho alcuna simpatia per coloro che usano violentemente e volgarmente la critica con l’unico obiettivo di aumentare la loro visibilità e di gettare il paese nel caos» ha commentato il presidente del parlamento europeo Martin Schulz.
Ma Salvini, indomito, non ammette nessuna retromarcia. «Napolitano è senza vergogna, chi ancora difende questo Euro che ha massacrato lavoro, stipendi e pensioni è in malafede. Il voto di maggio spazzerà via queste Euro Follie», ha infatti affermato il segretario leghista facendo riferimento alle prossime elezioni europee.
Nel suo intervento, anche il presidente della Repubblica ha toccato l’argomento spinoso delle prossime elezioni europee, insistendo sull’importanza di una riflessione seria a riguardo così come sulla necessità di cercare di capire fino in fondo la diffidenza sorta da più parti verso l’istituzione europea. « Questo perché – ha spiegato Napolitano – sono ormai evidenti le ragioni del disincanto dei cittadini per il peggioramento delle condizioni di vita».
Per ottenere buoni risultati, ha poi affermato il capo dello Stato, all’Europa serve una maggiore unità politica e una leadership più forte in grado di guidare i paesi in questa difficile situazione. «Restano da vincere ancora dure battaglie politiche – ha ammesso francamente Giorgio Napolitano – se non contro possibili ritorni di nazionalismi aggressivi, certamente contro persistenti egoismi e meschinità nazionali, ristrettezze di vedute e calcoli di convenienza nelle classi dirigenti nazionali. Manca oggi la “vista lunga” a troppi leader europei, per insufficiente consapevolezza del declino che minaccia l’Europa».
Alessandra Del Zotto

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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