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sabato, 27 Luglio 2024

Napoli incubo colera: due casi. Erano tornati dal Bangladesh

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Sono due i casi di colera registrati a Napoli. Si tratta di una donna e del figlio di due anni, immigrati, ma residenti a Sant’Arpino e rientrati alcuni giorni fa dal Bangladesh.
La madre e il bambino sono ricoverati all’ospedale Cotugno, mentre, come assicura il commissario straordinario dell’azienda ospedaliera Antonio Giordano, «I contatti familiari sono stati individuati e sono ora sotto stretta osservazione sanitaria. La situazione è del tutto sotto controllo».
A preoccupare sono le condizioni del bambino, che è stato trasferito dal Cotugno, dove si trovava in rianimazione all’ospedale pediatrico Santobono, mentre quelle della donna non destano preoccupazione. La prognosi resta riservata per il bimbo che nelle ultime ore ha avuto dei miglioramenti ed è uscito dal reparto di terapia intensiva. Anche il fratellino di quattro anni è stato ricoverato, al Cotugno, ma non risulta per ora positivo al test, seppur presenterebbe alcuni sintomi del colera.
«Non c’è epidemia. Ci sono due casi in cui abbiamo riscontrato sintomatologia da infezione da batterio del Vibrio Cholerae, e manderemo campioni all’Istituto superiore di sanità per conferma”, dice Carlo Trascini, direttore della prima divisione malattie infettive dell’ospedale Cotugno.
«Dati i tempi dell’incubazione della malattia e della loro permanenza in un paese a rischio e del rientro in Italia- spiega – non vi è dubbio che la malattia sia stata contratta all’estero. Abbiamo avviato tutti i protocolli previsti anche sui familiari».
«Non si possono escludere altri casi se ci sono stati contatti stretti tra la donna e il bambino con altre persone durante i sintomi. Ma se effettivamente si tratta di colera, non è una malattia che ci allarma perché la trasmissione è per via oro-fecale ed essendo due casi di importazione, il rischio di diffusione su larga scala non c’è». Spiega Gianni Rezza, del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), aggiungendo che due casi di colera spiega che i due casi di colera «non fanno paura e non rappresentano un problema».
«Importante è l’isolamento in ospedale dei due pazienti – aggiunge Rezza – e rintracciare le persone che potrebbero aver avuto contatti stretti con loro».
Sono poche decine l’anno i casi di colera registrati nell’Unione Europea negli ultimi anni. In Italia l’ultimo paziente colpito da colere risale al 2008, con un uomo che era stato in Egitto e che è morto in ospedale.
Di epidemie di colera possiamo parlare di quella del 1973 che colpì la Campania e la Puglia. Nel 1994 a Bari si verificò un’altra epidemia in cui vennero segnalati dieci casi.

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