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mercoledì, 23 Ottobre 2024

Mutuo non pagato: ecco quali sono le conseguenze

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In tempo di crisi economica, come quella che stiamo affrontando in questo periodo, una domanda che in molti si fanno è “Cosa rischia chi non paga la rata del mutuo?”.  Chiedersi quali sono le conseguenze è legittimo ed è altrettanto importante capire quali sono le conseguenze quando non è possibile pagare un mutuo o quando lo si paga in ritardo.

Le conseguenze di un mancato pagamento sono differenti rispetto a ciò che accade quando si paga un mutuo in ritardo. Nel 2016, un decreto ministeriale ha emesso l’ordine per le banche di attendere 18 rate non pagate prima di procedere con il pignoramento dei beni immobili di un cliente. La direttiva impone anche che siano fornite al consumatore tutte le informazioni precontrattuali dettagliate su un Prospetto Informativo Europeo Standardizzato, che offrono delle spiegazioni adeguate e chiarimenti in ordine al calcolo del TAEG.

Cosa accade se non è possibile pagare un mutuo

La legge prevede che, nel caso in cui non si paghino le ultime 18 rate del mutuo, la banca può attuare l’esproprio della casa. L’immobile viene confiscato per poi essere venduto all’asta. Se la banca, con la vendita all’asta dell’immobile, ottiene dei ricavi maggiori del debito del cliente, dovrà versare l’eccedenza al creditore. Secondo le nuove normative, inoltre, il mutuo dopo la vendita della casa risulta estinto in qualunque caso, anche qualora i ricavi ottenuti dalla vendita risultassero inferiori ai debiti.

Le conseguenze del ritardo del pagamento di un mutuo, invece, sono varie e dipendono dal motivo che è alla base del pagamento tardivo. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi a dei professionisti del settore, come debitobancario.it, pronti ad offrire consulenza e supporto ai debitori. 

Se il tardivo pagamento è causato da motivi economici, è bene avvisare il prima possibile la banca ed esporre le problematiche che si sono sopraggiunte. La banca può far saltare una rata oppure chiedere una dilazione della rata stessa. Quando si segnala in anticipo il possibile ritardo del pagamento, è raro che la banca proceda alla segnalazione presso il CRIF, tuttavia può aggiungere degli interessi moratori.

Se il ritardo del pagamento del mutuo è dovuto alla perdita del lavoro o ad una causa di grave entità, si può richiedere la sospensione del mutuo o una rinegoziazione del piano di ammortamento.

Il mancato pagamento del mutuo, come anticipato in precedenza, comporta degli interessi di mora che si aggiungono al valore della rata omessa. Per calcolare gli interessi di mora è possibile seguire una formula standard: giorni di ritardo x rata x tasso di mora / 36500

Generalmente, c’è una maggiorazione che va dall’1% al 4% degli interessi per le rate non pagate.  

Le conseguenze per un mancato pagamento del mutuo

Il mancato pagamento della rata del mutuo può comportare altre gravi conseguenze, oltre al pagamento degli interessi di mora. Il comportamento del soggetto è ritenuto moroso se rientra in uno di questi casi:   

  • Se il cliente non paga una o più rate del mutuo senza valida giustificazione; 
  • Se il ritardo del pagamento è superiore ai 180 giorni dalla scadenza della rata;
  • Se il ritardo del pagamento di almeno 7 rate avviene tra il 30° ed il 180° giorno dalla scadenza della rata. 

In questi casi, la banca può procedere alla risoluzione del contratto, all’eventuale pignoramento dell’immobile messo a garanzia del prestito e alla segnalazione alla Centrale dei Rischi. 

Cosa dice la legge sul sovraindebitamento per chi non paga il mutuo

La Legge 3/2012 concede al debitore in difficoltà la possibilità di pianificare la restituzione del debito secondo rate per lui sostenibili. Grazie a questa legge, il debito può essere ridotto fino ad un massimo dell’80% dell’importo totale.

Tra i debiti riconosciuti da questa legge c’è anche la rata del mutuo, tuttavia, per farne richiesta è necessario che il debitore si trovi effettivamente nella situazione di sovraindebitamento, quindi il suo patrimonio non è sufficiente per coprire i debiti accumulati.


Per chiedere il piano di risanamento del debito bisogna rivolgersi al Tribunale di competenza, dove il giudice incaricato nomina un contabile che avrà il compito di valutare l’ammontare effettivo del debito e di quantificare il patrimonio del debitore. Quando l’effettivo sovraindebitamento viene valutato, il contabile può proporre ai creditori un piano di rientro.

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