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giovedì, 24 Ottobre 2024

Mummia di Borgo San Dalmazzo: qualcuno incomincia a parlare e a fare dei nomi

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Sono passati quattro mesi da quando venne ritrovato il corpo mummificato di Graziella Giraudo. La mummia di Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo, era seduta su di una sedia, in uno stanzino semibuio, all’interno della villetta, in via Pedona, in cui viveva con la consuocera Rosa Giraudo. E proprio la morte di quest’ultima che i carabinieri, dopo la segnalazione del figlio di Rosa, fanno la macabra scoperta.
Il corpo di Graziella, una sorta di santona per la comunità di Borgo San Dalmazzo, incomincia a parlare, come si dice in questi casi. L’autopsia, che in un primo momento dice che la donna è morta da dodici mesi, rivela che la Giraudo ha smesso di vivere minimo 16 anni fa, se non addirittura 18. Quindi tra il 1995 e il 1997. Deceduta per cause naturali, spiega nella sua relazione il medico legale Mario Abrate. Qualche vicino invece sostiene di averla vista ancora viva nel 2006. Ma solo di sfuggita.
Ma non è solo il corpo della santona, che si faceva pagare per le sue benedizioni con uova e galline, a parlare. Ci pensa anche un “testimone”. Uno di quelli che sapevano. O almeno così parrebbe. Secondo la sua storia avrebbe partecipato alla mummificazione (che però risulta naturale secondo il medico legale) affinché Graziella Giraudo potesse resuscitare.
Ma la cosa importante che il “testimone” avrebbe fatto alcuni nomi, di chi era presente a questa sorta di rito.
Questi nomi ora sono sulla scrivania dei magistrati, che da mesi stanno cercando di far luce su quanto accaduto in via Pedona 9.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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