A otto anni dai Mondiali 2022, assegnati dalla Fifa al Qatar, continuano a non mancare le polemiche e i dubbi sulla realizzabilità dell’evento calcistico in programma. Le temperature bollenti dell’estate mediorientale, le condizioni gravissime dei lavoratori impegnati nelle costruzioni, il fardello gigantesco ed strisciante della corruzione, le tensioni vivaci con i vicini di casa (Emirati Arabi, Israele, etc) e, oggi, anche le minacce di annullamento della festa da parte delle milizie dell’Isis. Diventano ogni giorno più veritiere le parole, pronunciate troppo tardi e troppo silenziosamente, dal signor Joseph Blatter, padrone della galassia Fifa: «È stato un errore».
Il paese governato dell’emiro del Qatar, Tamim Al Thani, che pochi mesi fa ha preso il potere dalle mani del padre, è ancora oggi costretto a fare i conti con quel “Qatargate” esploso da qualche tempo nelle stanze del potere del calcio mondiale, che potrebbe sottrargli l’edizione 2022 della Coppa del Mondo e che sembra descrivere un gigantesco, per quanto sufficientemente sottaciuto, caso di malaffare internazionale, non solamente calcistico. La Fifa sta indagando sulla campagna di corruzione che la famiglia reale di Doha, che controlla lo stellare Paris Saint Germain, avrebbe condotto sin dal 2008 per aggiudicarsi l’organizzazione dell’evento: nel mirino sono finiti i rappresentanti di numerose federazioni africane, il numero uno dell’Uefa Michel Platini e l’ex presidente della Francia Nicolas Sarkozy.
Hanno dato da discutere, negli ultimi giorni, anche la rivelazione fatta da Theo Zwanziger, ex presidente della Federazione calcistica della Germania e attuale membro del comitato esecutivo della Fifa: «Il Mondiale 2022 non si giocherà in Qatar. Troppo caldo, i medici non garantiscono le condizioni di sopravvivenza per i tifosi». La sua Federazione, la Fifa appunto, non ha fatto attendere una replica ufficiale alle parole del tedesco, che sono state ovviamente smentite. Polemica internazionale che ha fatto nascere però un’altra idea agli impresari del pallone: lo spostamento dei Mondiali, dall’estate all’inverno 2022, per ottenere temperature atmosferiche più morbide, sicuramente differenti dai 40° che solitamente contraddistinguono il luglio di Doha. Un altro folle espediente, contro il quale si rivolterebbero pressoché tutte le società di calcio del mondo, visto che ciò andrebbe a stravolgere e interrompere l’intera stagione del calcio mondiale. Saranno ancora i petroldollari qatarioti a risolvere l’annoso interrogativo sul dove svolgere i Mondiali 2022? Guardando lo schema di funzionamento e la catena di comando del calcio moderno, è molto probabile.