di Vanna Sedda
Provate a valutare il quantitativo di agenti inquinanti emessi nell’atmosfera dal trasporto di circa 2200 musicisti provenienti da 27 Paesi, o a calcolare quanta energia elettrica è necessaria per illuminare 94 strutture ed alimentare gli impianti audio e luci di 156 concerti. Per non parlare poi dei chilogrammi di carta consumata tra volantini pubblicitari, programmi, biglietti, o dei rifiuti inevitabilmente prodotti da migliaia di spettatori.
Questi sono i numeri del festival musicale MITO SettembreMusica, che da domani al 21 settembre animerà con performance musicali, appuntamenti culturali, incontri e laboratori per bambini teatri, auditorium, sale da concerto, ma anche piazze, cortili, musei e stabilimenti industriali di Torino e Milano. Un’importante macchina organizzativa con un altrettanto rilevante impatto sull’ambiente sulle città.
Partendo dal presupposto che nessun evento di qualsiasi tipo può essere considerato a “impatto zero”, gli organizzatori si sono posti da tempo il problema della sua sostenibilità, analizzandone la “nocività”. Sin dalla prima edizione hanno intrapreso azioni per compensare i consumi energetici e le emissioni relative all’uso della carta e agli spostamenti di artisti e pubblico nei luoghi della rassegna, investendo per esempio, in opere di riforestazione e piantumazione di alberi in Sud America e del Madagascar.
Per l’ottava edizione a Milano hanno deciso di spingersi oltre e intraprendere il percorso per ottenere la certificazione ISO 20121, uno standard internazionale volontario che ha l’obiettivo di aiutare le organizzazioni a migliorare la sostenibilità dell’evento in tutte le sue fasi. Il che farebbe di MITO il primo festival musicale in Italia, nonché uno dei primi in Europa e nel mondo, a conseguirlo.
Questo si traduce in utilizzo di carta riciclata certificata; incentivi nell’uso dei mezzi pubblici, bike e car sharing; riduzione dei materiali cartacei con possibilità di consultare i programmi online e da smartphone; promozione dell’acquisto dei biglietti online e tramite mobile ticketing, con la possibilità di ricevere il biglietto direttamente sul proprio cellulare, senza doverlo stampare in biglietteria. Ci saranno anche le postazioni Bike Energy System per auto produrre energia elettrica (in quantità simboliche), utilizzando speciali biciclette le cui ruote, sollevate da un cavalletto, sono collegate a una dinamo. Alimenteranno il palco degli eventi denominati Play’n’Jazz in Piazza San Fedele a Milano.
E a Torino? «Naturalmente anche a Torino come festival ragioniamo in termini ecologici» spiega il responsabile organizzativo generale del festival cittadino Claudio Merlo, che aggiunge «MITO Milano e MITO Torino sono amministrativamente separati. Non esistono azioni “specifiche” da parte di MITO Torino parchè noi siamo, diversamente da Milano che riceve dalla municipalità un contributo per il festival, parte della municipalità torinese, la quale con l’assessorato preposto ha un budget apposito che gestisce direttamente senza frammentarlo».
«Dopo alcuni anni – conclude Merlo – in cui sono stati fatti degli investimenti in denaro per opere di riforestazione ragionando con l’assessorato all’ecologia, venne ritenuto più opportuno investire e gestire diversamente»