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giovedì, 24 Ottobre 2024

Mercati rionali allo sfascio: uno su quattro deve morire

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

A Torino un mercato rionale su quattro deve chiudere. Il dato, che nel concreto significa undici mercati su 42 esistenti nel capoluogo subalpino, emerge da uno studio del Politecnico di Torino commissionato dal Comune. Il motivo è semplice: le bancarelle, tra spese di pulizia e gestione, costano alla città oltre un milione di euro all’anno.
Ad occuparsi di questa analisi sono stati Giulio Zotterui e Francesca Montagna, entrambi del dipartimento di ingegneria gestionale. Il loro studio ha dimostrato che i mercati che non funzionano sono quelli troppo piccoli: pessimi, quindi, i riscontri in piazza Carlina, via Cena, piazza Chironi e corso Taranto (quest’ultimo ha addirittura 33 licenze, ma è in rosso di quasi 190 mila euro l’anno).
Vanno bene, invece, i mercati di grandi dimensioni come Porta Palazzo, Racconigi, Brunelleschi, Foroni e Santa Rita. Non sono a rischio di sopravvivenza nemmeno quelli che sono stati in grado di specializzarsi in un genere particolare di merci (Benefica, Crocetta e Palestro).
Gli esercizi commerciali che funzionano non subiranno modifiche, riservate a quelli in perdita: alcuni rimarranno aperti anche il pomeriggio, altri solo alcuni giorni.

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