Si è aggravato, ora dopo ora, il bilancio dei gommoni naufragati nel mar Mediterraneo. Dai 29 morti assiderati si è arrivati a circa 330 morti. L’entità della tragedia è stata possibile quantificarla con l’ausilio dei racconti dei 9 superstiti recuperati in mare da un mercantile italiano e giunti stamattina a Lampedusa su una motovedetta della Guardia costiera.
Quattro i gommoni partiti dalla Libia e naufragati, ognuno con un centinaio di persone a bordo, per un totale di 420 migranti. Flavio Di Giacomo, portavoce in Italia dell’Oim (Organizzazione mondiale per le migrazioni), ha spiegato: «Di questi 4 uno è il gommone soccorso dalla Guardia Costiera lunedì (con 105 persone a bordo) e che ha visto la morte per ipotermia di 29 migranti. Altri due gommoni (con 105 e 107 persone) sono naufragati e i 9 sopravvissuti in mare sono stati soccorsi da un mercantile (e poi trasbordati su un rimorchiatore) e portati stamattina a Lampedusa. Il quarto gommone non sarebbe mai stato avvistato, ma i sopravvissuti affermano che a bordo ci sarebbero state altre 100-105 persone, tutte presumibilmente disperse». I naufraghi, la maggior parte dei quali ha trovato nel Mediterraneo la morte, erano in prevalenza giovani uomini, provenienti dai paesi subsahariani, in particolare Mali, Costa d’Avorio, Senegal e Niger: la Libia sarebbe stata per loro soprattutto un luogo di transito, perché sembra che solo alcuni lavorassero da tempo lì, decidendo in un secondo momento di partire alla volta dell’Europa. Di Giacomo, ricostruendo l’evolversi del gigantesco dramma consumatosi ieri, ha riportato quel che i sopravvissuti hanno detto appena arrivati: «Hanno raccontato di essere stati costretti a salire sui gommoni con la forza, minacciati da bastoni e pistole, e derubati dei loro avere da parte dei trafficanti».
Il giorno dopo l’ultima ecatombe di migranti trova ancora una volta spazio, in Italia, in Europa, il micidiale binomio delle colpe: da una parte la tratta di essere umani mossa dai cinici e criminali trafficanti, che hanno fatto partire i quattro gommoni in condizioni assolutamente proibitive, con il mare a forza 7 e con onde alte 8 metri, dall’altra invece l’Unione Europea e le sue istituzioni, che nel panico dell’ennesima tragedia e nel disagio della farsesca impotenza, hanno già condannato la novella operazione Triton, che avrebbe dovuto implementare con sicuro successo quella di Mare Nostrum. Nils Muiznieks, commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, in una nota ha emesso la sua pesante sentenza: «l’operazione Triton non è all’altezza» dei compiti che deve svolgere e «l’Europa ha bisogno di un sistema di ricerca e salvataggio efficace».