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venerdì, 18 Ottobre 2024

Mattarella e il ruolo dei cattolici in politica

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L’elezione al vertice della Repubblica di Sergio Mattarella ha riproposto all’attenzione del dibattito politico anche un tema che era, almeno apparentemente, già archiviato. E cioè, il ruolo e la funzione” del cattolicesimo democratico nel nostro paese. Dopo la sua elezione, gli italiani – almeno quelli che non lo sapevano ancora – hanno conosciuto qual è la formazione politica e culturale di Mattarella. Un filone culturale che rientra a pieno titolo nel solco di grandi politici e testimoni civili che, dopo aver dato un contributo decisivo alla stesura della Costituzione, hanno rappresentato una pietra miliare per intere generazioni di cattolici impegnati in politica.
Mi riferisco al magistero politico, culturale e istituzionale di uomini come Dossetti, Moro, Lazzati, Scoppola, Mortati, Elia e tanti altri. Un filone culturale che ha attraversato le diverse fasi storiche della politica italiana portando sempre un contributo di freschezza intellettuale, morale e politica con una cifra specifica: profonda adesione ai valori costituzionali e una chiara scelta riformista e a favore dei più deboli della società. Cioè, la miglior lezione conciliare, all’insegna del rinnovamento e del cambiamento ma senza perdere mai la bussola del riformismo democratico e della difesa dei ceti popolari.
E questa “cifra” politica ha accompagnato il percorso politico e culturale di Sergio Mattarella. È ovvio, pertanto, che dopo la sua elezione a Presidente della Repubblica, e pur senza alcuna nostalgia, il tema della presenza oggi dei cattolici democratici – o meglio della cultura cattolica democratica – abbia fatto immediatamente capolino nella politica italiana. E non è un caso se, dopo il sostanziale fallimento della cosiddetta seconda repubblica, si ricercano i punti di riferimento per tutti i cittadini in figure che interpretano, in forma aggiornata e moderna, le grandi culture politiche del passato e in esponenti che, attraverso la loro coerenza e la loro fedeltà ai valori costituzionali, hanno saputo superare le mode passeggere e le improvvise adulazioni per personaggi televisivi e di grande impatto mediatico.
Ecco perché la scelta di Mattarella a Capo dello Stato ha innescato un dibattito che non può non investire il ruolo dei cattolici nella concreta dialettica politica italiana. È inutile predicare la necessità di avere una politica “cristianamente ispirata” dove poi, concretamente, il ruolo dei cattolici, seppur nel pieno rispetto della laicità, si riduce ad essere un puro soprammobile o, peggio ancora, a giocare da spettatori rispetto all’impegno politico concreto.
Senza pensare a nuovi partiti né, tantomeno, a nuove correnti confessionali, è forse giunto il momento per ripensare anche al ruolo, laico ma incisivo, dei cattolici nella vita pubblica italiana. Saranno solo i fatti a dimostrare se c’è un sussulto di orgoglio o se persiste la solida acquiescenza passiva.

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