Alla faccia del Jobs act, dei nuovi diritti e dell’empatia per la situazione dei giovani. Questa storia non andrà forse ad occupare le prime pagine dei quotidiani, ma aiuta evidentmente a rovesciare la buona novella di Matteo Renzi e della sua rottamazione. La precarietà, lo sfruttamento e le promesse come contraffatto pacchetto di diritti destinato alle giovani generazioni. Quando verrà eletto il nuovo presidente della Repubblica, se il Parlamento, questa volta, sarà in grado di espletare almeno questo compito, Matteo Renzi parlerà in una lingua differente da quella, ripetutamente, sentita nello scorso anno, perché la donna che ha fin qui scritto molte delle prediche del presidente del Consiglio ha sbattuto la porta, ha preso un’altra strada.
Andrea Marcolongo è una giovane ghost writer, che ha lavorato per Renzi dal 2013 ad oggi. Tecnicamente, il lavoro del ghost writer, scorciatoia abusata nelle stanze della politica ma adoperata anche altrove, racconta storie di fantasmi che scrivono, di persone che scrivono per altri. La giovane, tra le altre cose, è l’autrice del discorso di apertura del semestre di presidenza italiana in Europa (il riferimento alla generazione Telemaco, nell’enciclica di Renzi al Parlamento europeo, innanzitutto per ragioni di età, è suo). Sul settimanale Panorama, in un pezzo firmato da Davide Allegranti, la Marcolongo ha raccontato la sua storia, dichiarando di aver abbandonato la barca di Renzi, non solo per questione di soldi.
La giovane è una figlia della Scuola Holden di Alessandra Baricco. Provenienza non propriamente sorprendente. La filiera culturale di Baricco e la narrazione rottamatrice di Renzi hanno viaggiato quasi sempre a braccetto, fra lucrosi finanziamenti e menzioni pubbliche. Ha regalato a Renzi libri, citazioni, immagini e metafore, laddove non è stata mai pagata per il lavoro svolto alla corte di Palazzo Chigi. La Marcolongo ha dichiarato: «Non sono mai stata pagata, a parte una mensilità. Eravamo tutti così. Viaggi a Roma e lavori mai pagati, so di persone che si sono indebitate e sono andate dallo psicologo perché distrutti dalle promesse». L’unico mese che le hanno versato qualcosa di soldi la giovane non sa nemmeno da chi sia stato effettuato il bonifico: la Fondazione Open di Renzi, il Partito Democratico o la Presidenza del Consiglio?
Nel frattempo la Marcolongo si è congedata via mail da Renzi. Il premier dovrà cercare un’altra musa per descrivere, alla bell’e meglio, l’Italia che non c’è. Magari risolvendo anche quelle ingiustizie di non contratti e non diritti che la politica condanna ma che liberamente e scorrettamente pratica.