Applaudite, gente, applaudite alla Fca. Il nuovo parto Fiat-Chrysler incontra il plauso del presidente del Consiglio Enrico Letta.
«Oggi Fiat è un attore globale», ha tuonato con soddisfazione all’operazione che ha portato alla nascita del settimo gruppo automobilistico mondiale.
«Credo che la questione della sede legale sia assolutamente secondaria: contano i posti di lavoro, il numero di auto vendute, la competitività e la globalità», dice il premier da Bruxelles.
Insomma «un grande marchio italiano di essere attore globale e tutti italiani debbano tifare perché ciò avvenga».
Alle parole di Letta fanno eco quelle del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. «Sembra che si siano messe insieme due aziende che si adattano molto bene l’una all’altra», osserva. «Possiamo già essere contenti se riusciremo a mantenere tutti i posti di lavoro attuali».
Meno entusiasmo invece da parte del Partito Democratico: «La libera imprenditoria si svolga e scelga le sedi fiscali che vuole, ma lo faccia responsabilmente, sapendo che ogni scelta porta con sé conseguenze», ha detto il responsabile economico dei democratici Filippo Taddei. «Il problema del Pd non è mai stato se la proprietà debba rimanere italiana o estera, quindi figuriamoci se stiamo qua a fare obiezioni sulle scelte di un’impresa. Certo, stride un po’ con la tradizione della Fiat il pensiero di volerla trasferire all’estero, stride con quella che è la missione produttiva e di investimenti industriali che la Fiat aveva promesso in questo Paese».
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