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mercoledì, 11 Dicembre 2024

L'allarme dei sindacati: troppi cassa integrati segno di una crisi permanente

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di Alessandra Del Zotto
L’Osservatorio della Cisl su cassa integrazione e occupazione lancia l’allarme: nel primo trimestre 2014 oltre 200 mila persone rischiano il posto di lavoro. A spiegarlo è Luigi Sbarra, segretario confederale della sigla sindacale. «Dall’elaborazione del nostro Osservatorio sui dati Inps che tiene conto del tiraggio verificatosi nel 2013 e che esclude le persone collocate in cassa ordinaria – afferma Sbarra – i lavoratori equivalenti a rischio di perdita del lavoro sono 223.165, numero in aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». Le cifre del 2013 per lo stesso periodo di tempo si fermavano infatti a 199.987 lavoratori a rischio.
In altre parole, nei primi mesi del 2014 oltre 200 mila persone fruiscono di cassa integrazione speciale e in deroga a fronte dei 500 mila cassintegrati totali del Paese. Nella fattispecie, continua il report dell’osservatorio, è necessario prestare attenzione ai «valori stabilmente alti della cig», che a marzo toccava soglia 100 milioni di ore registrando un aumento del 2,4 rispetto al mese precedente e de 2,1% rispetto allo stesso lasso di tempo nel 2013.
«Da oltre un anno – spiega Luigi Sbarra – si continua a osservare un graduale cambiamento nella composizione interna della cassaintegrazione: in particolare cresce quella che si può considerare la componente strutturale, con un passaggio da Cigo, che si riduce, a Cigs, che aumenta, indicativa di crisi lunghe e ristrutturazioni».
Si ricorda infatti che la cassa integrazione straordinaria, al contrario di quella ordinaria rivolta a crisi temporanee e transitorie, può essere concessa solo in caso di ristrutturazione, riorganizzazione, riconversione aziendale o in casi di crisi aziendale di particolare rilevanza settoriale o territoriale.
«La dinamica delle ore autorizzate di Cig in deroga – continua il sindacalista Cisl – è ripresa con la crescita delle autorizzazioni grazie alle ultime assegnazioni di risorse. Ma si tratta di autorizzazioni riferite a periodi del 2013, mentre si fa fatica a coprire l’inizio del 2014 senza un’ulteriore ripartizione di risorse».
A preoccupare il sindacato sono soprattutto i settori di edilizia e terziario, che perdono percentuali significative di occupazione a fronte di un miglioramento in ambito industriale.   «È particolarmente inquietante – spiega infatti Sbarrra – che continui da un anno la riduzione dei dipendenti a termine (-6,6% in un anno) e dei collaboratori (-13,3%). Senza una ripresa economica le assunzioni non sono trainate neppure dai contratti flessibili».
La Cisl, afferma poi il sindacalista, apprezza le misure presentate dal governo Renzi per modificare le regole del lavoro, tuttavia non le ritiene sufficienti. Per il sindacato sarebbe doveroso iniziare a lavorare su misure atte a bloccare il processo di deindustrializzazione in atto e su forme di sostegno alle nuove realtà imprenditoriali nascenti, concentrate soprattutto nei settori tecnologici.
«Chiediamo – conclude dunque Sbarra – di assegnare immediatamente le risorse già disponibili per gli ammortizzatori in deroga e di ricercare le coperture per coprire le richieste per l’intero anno».
 

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