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sabato, 27 Luglio 2024

La rinascita dei Laghetti Falchera

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Da area dismessa, ricca di orti abusivi e rovinata dai rifiuti, a polmone verde della città, dove le coltivazioni diventano pubbliche: è questo l’obiettivo del progetto di riqualificazione dei laghetti Falchera di via degli Ulivi, portato avanti dallassessorato all’Ambiente di Torino e dalla società Borsetto. La zona, che si trova all’estrema periferia nord di Torino, al confine con Settimo e Borgaro, sta subendo un cambiamento sostanziale che verrà portato a termine tra tre mesi.
«L’area è più di 430 mila metri quadrati – dice l’assessore all’Ambiente della città di Torino Enzo Lavolta – vogliamo mettere a disposizione dei cittadini un’area fruibile dal punto di vista ludico, con spazi riservati al gioco per i più piccoli (e una sorta di palestra a cielo aperto per i più grandi). Inoltre ci sarà il recupero di ampie porzioni di suolo per progetti di agricoltura urbana e sociale, con più di 130 orti urbani in programma e oltre 2500 metri quadrati che saranno utilizzati a questo scopo».
Insomma, all’area verrà data nuova vita e allo stesso tempo, come affermano i progettisti Piergiorgio Amerio ed Ezio De Magistris, si manterrà invariata l’oasi faunistica. Nei «laghetti di cava, nati dalla costruzione di autostrade e tangenziali negli anni Settanta – dicono – vivono oggi numerose specie di anatre e sono di passaggio aironi, cormorani e gabbiani».
 

 
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