Da area dismessa, ricca di orti abusivi e rovinata dai rifiuti, a polmone verde della città, dove le coltivazioni diventano pubbliche: è questo l’obiettivo del progetto di riqualificazione dei laghetti Falchera di via degli Ulivi, portato avanti dall‘assessorato all’Ambiente di Torino e dalla società Borsetto. La zona, che si trova all’estrema periferia nord di Torino, al confine con Settimo e Borgaro, sta subendo un cambiamento sostanziale che verrà portato a termine tra tre mesi.
«L’area è più di 430 mila metri quadrati – dice l’assessore all’Ambiente della città di Torino Enzo Lavolta – vogliamo mettere a disposizione dei cittadini un’area fruibile dal punto di vista ludico, con spazi riservati al gioco per i più piccoli (e una sorta di palestra a cielo aperto per i più grandi). Inoltre ci sarà il recupero di ampie porzioni di suolo per progetti di agricoltura urbana e sociale, con più di 130 orti urbani in programma e oltre 2500 metri quadrati che saranno utilizzati a questo scopo».
Insomma, all’area verrà data nuova vita e allo stesso tempo, come affermano i progettisti Piergiorgio Amerio ed Ezio De Magistris, si manterrà invariata l’oasi faunistica. Nei «laghetti di cava, nati dalla costruzione di autostrade e tangenziali negli anni Settanta – dicono – vivono oggi numerose specie di anatre e sono di passaggio aironi, cormorani e gabbiani».
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