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sabato, 27 Luglio 2024

La ricetta della Frittata Sabauda: ovvero come abbiamo “regalato” il Salone del Libro a Milano

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Luca Cassiani

Ingredienti della frittata: prendi un Salone del Libro organizzato da circa 30 anni, nato e inventato a Torino, con tutti gli editori più importanti del Paese, lo porti a fare un grande risultato di pubblico e di critica, fai 100-200 mila ingressi (veri), lo promuovi ad evento internazionale, ci metti dentro l’IBF, ovvero il mercato dei diritti dei libri di tutto il mondo.

Poi ci costruisci attorno manifestazioni che coinvolgono la città per tutto l’anno (portici di carta, presentazione libri nelle biblioteche civiche e librerie, Salone off 365 con gli autori nelle scuole), mentre qualche tapino (sigh!) di consigliere comunale si sbraccia, inascoltato, per far capire alla Giunta come la mission della Fondazione sia quella di promuovere in primo luogo la lettura, il libro, gli autori e la parte di confronto culturale, e non solo i cinque giorni della fiera.

Vieni “sfanculato” sul Salone Off 365 nelle Circoscrizoni. Ci riprovi e raggiungi l’obiettivo, nel disinteresse della Politica. Dopo mille riunioni e fatiche (vero presidenti di circoscrizione?) ci aggiungi una formula che andava ripensata e rinnovata, un pizzico di “costi” spropositati con gli editori (relata refero) che si sentono ogni anno di più “taglieggiati” da prezzi di affitto stand e di allestimento da paura, ti fai perculare per anni da Gl Events senza mai battere ciglio, poi fai casino sulla governance della fondazione per il libro, la musica e la cultura.

Ognuno vuole mettere il “suo” uomo dentro, intanto studi come cacciare lo storico Presidente che guarda caso riceve in contemporanea 2-3 avvisi di garanzia. Nel contempo licenzi e poi richiami in tutta fretta Ernesto Ferrero (uno dei pochi che ne sa di queste cose).

Aggiungi negli ingredienti principali due signore dal curriculum roboante messe al vertice della baracca. Le due al secondo giorno dalla nomina si scannano e litigano tra loro. Una si dimette subito e l’altra, che dai più viene considerata inadeguata, resta e non si confronta con nessuno, rimanendo invisa all’assessore regionale alla cultura e al presidente dell Giunta Regionale che ne chiede pubblicamente le dimissioni.

Condisci il tutto con quelle 4-5 inchieste giudiziarie in due anni, uno scandalo su affitti e convenzione, una gara farlocca per mantenere al Lingotto al Salone (e assicurare a GL 1,2 milioni di euro oltre allo sfruttamento della parte commerciale).

Ma prima di cuocere a fuoco lento il tutto, ti arrestano il segretario generale della Fondazione, i vertici di GL ed indagano un ex assessore comunale.

Infine, visto che non ci facciamo mancare nulla, il tocco dello chef stellato (non penta) : non trovi un cane che voglia venire a prendersi ste rogne, supplichi Franceschini di difenderti da Milano e chiami laqualunque a far da presidente di una cosa morta.

Implori il povero Bray (persona a modo, uomo di cultura e perbene che non verrà a fare il parafulmine qui), per poi scoprire che la frittata è bruciata e che la stanno cucinando ex novo a Milano.

E ci lamentiamo pure?

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