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sabato, 27 Luglio 2024

La mostra del cinema di Venezia premia la sostenibilità

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Vanna Sedda
Anche al cinema il verde prende sempre più piede. Sarà forse una moda o perchè effettivamente è cresciuta l’attenzione sulle tematiche ambientali, fatto sta che anche al jet set del cinema mondiale l’ecologia e l’ambiente sta sempre più a cuore.
La dimostrazione di questo crescente interesse è la terza edizione del Green Drop Award, il premio speciale assegnato al film che meglio interpreta i valori della sostenibilità tra quelli in concorso alla 71a Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, che sarà ufficialmente presentato il 3 settembre al Lido di Venezia. L’award è organizzato da Green Cross Italia, organizzazione non governativa che promuove lo sviluppo sostenibile e la tutela ambientale, facente parte del network Green Cross International, fondato dal’ex-presidente dell’URSS Mikhail Gorbaciov,e l’amministrazione comunale della Città di Venezia.
L’obiettivo è quello di porre l’accento su “i valori dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile”espressi dalle pellicole in gara, capaci di lasciare un segno e sensibilizzare il grande pubblico. «Il cinema è un veicolo eccezionale di stili di vita e di sensibilità e da diversi anni ormai le tematiche ambientali sono entrate a farne parte: il nostro scopo è valorizzare quelle opere e quegli artisti che lo hanno fatto in maniera più evidente ed efficace» ha dichiarato Marco Gisotti, direttore del Green Drop Award. Basta pensare a pellicole come “Avatar” o “Il pianeta delle scimmie”, solo per citare i più famosi della top ten stilata dagli organizzatori. O aivincitori delle due precedenti edizioni dell’award, che sono stati “La cinquièmesaison” di Peter Brosens e Jessica Woodworth nel 2012 e “Ana Arabia” di Amos Gitai lo scorso anno. Ma quali sono i criteri secondo i quali un film può essere definito green oriented? Secondo il vademecum stilato gli organizzatori, non basta evidenziare i problemi ambientali e sociali che affliggono il pianeta, reali e verificati, ma occorre anche proporre delle soluzioni. E questo sembra essere il modo migliore per far si che il messaggio raggiunga lo spettatore, non solo mettere in scena sensazionalistiche catastrofi epocali che spaventano e allontanano, ma dimostrare che esiste un rovescio positivo della medaglia. Un occhio diverso, consapevole e sensibile con cui guardare le prossime, ma anche le passate, uscite cinematografiche. Il premio verrà assegnato da una giuria composta da personalità del cinema e dello spettacolo, che si sono distinte per il loro impegno ecologista: Silvia Scola, sceneggiatrice e autrice teatrale, vice presidente dell’ANAC – Associazione Nazionale Autori Cinematografici, nonché figlia del più celebre Ettore, Blasco Giurato, direttore della fotografia, premio Oscar Nuovo Cinema Paradiso, e Chiara Tonelli, architetto che si è distinto nella bioarchitettura. Ultima curiosità, il trofeo che verrà consegnato al vincitore, soffiato dal maestro vetraio Simone Cenedese di Murano, rappresenta una goccia d’acqua, quasi a simboleggiare che le piccole azioni positive vanno a sommarsi per formare un mare, oppure che l’insistenza delle gocce d’acqua possa infine raggiungere l’obiettivo di creare coscienza e consapevolezza.

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