di Vanna Sedda
Anche al cinema il verde prende sempre più piede. Sarà forse una moda o perchè effettivamente è cresciuta l’attenzione sulle tematiche ambientali, fatto sta che anche al jet set del cinema mondiale l’ecologia e l’ambiente sta sempre più a cuore.
La dimostrazione di questo crescente interesse è la terza edizione del Green Drop Award, il premio speciale assegnato al film che meglio interpreta i valori della sostenibilità tra quelli in concorso alla 71a Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, che sarà ufficialmente presentato il 3 settembre al Lido di Venezia. L’award è organizzato da Green Cross Italia, organizzazione non governativa che promuove lo sviluppo sostenibile e la tutela ambientale, facente parte del network Green Cross International, fondato dal’ex-presidente dell’URSS Mikhail Gorbaciov,e l’amministrazione comunale della Città di Venezia.
L’obiettivo è quello di porre l’accento su “i valori dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile”espressi dalle pellicole in gara, capaci di lasciare un segno e sensibilizzare il grande pubblico. «Il cinema è un veicolo eccezionale di stili di vita e di sensibilità e da diversi anni ormai le tematiche ambientali sono entrate a farne parte: il nostro scopo è valorizzare quelle opere e quegli artisti che lo hanno fatto in maniera più evidente ed efficace» ha dichiarato Marco Gisotti, direttore del Green Drop Award. Basta pensare a pellicole come “Avatar” o “Il pianeta delle scimmie”, solo per citare i più famosi della top ten stilata dagli organizzatori. O aivincitori delle due precedenti edizioni dell’award, che sono stati “La cinquièmesaison” di Peter Brosens e Jessica Woodworth nel 2012 e “Ana Arabia” di Amos Gitai lo scorso anno. Ma quali sono i criteri secondo i quali un film può essere definito green oriented? Secondo il vademecum stilato gli organizzatori, non basta evidenziare i problemi ambientali e sociali che affliggono il pianeta, reali e verificati, ma occorre anche proporre delle soluzioni. E questo sembra essere il modo migliore per far si che il messaggio raggiunga lo spettatore, non solo mettere in scena sensazionalistiche catastrofi epocali che spaventano e allontanano, ma dimostrare che esiste un rovescio positivo della medaglia. Un occhio diverso, consapevole e sensibile con cui guardare le prossime, ma anche le passate, uscite cinematografiche. Il premio verrà assegnato da una giuria composta da personalità del cinema e dello spettacolo, che si sono distinte per il loro impegno ecologista: Silvia Scola, sceneggiatrice e autrice teatrale, vice presidente dell’ANAC – Associazione Nazionale Autori Cinematografici, nonché figlia del più celebre Ettore, Blasco Giurato, direttore della fotografia, premio Oscar Nuovo Cinema Paradiso, e Chiara Tonelli, architetto che si è distinto nella bioarchitettura. Ultima curiosità, il trofeo che verrà consegnato al vincitore, soffiato dal maestro vetraio Simone Cenedese di Murano, rappresenta una goccia d’acqua, quasi a simboleggiare che le piccole azioni positive vanno a sommarsi per formare un mare, oppure che l’insistenza delle gocce d’acqua possa infine raggiungere l’obiettivo di creare coscienza e consapevolezza.