Solo questa mattina il procuratore capo di Torino Armando Spataro ha annunciato che l’operazione volta a sconfiggere la mafia nigeriana si è conclusa nelle scorse ore, ma lo strascico della polemica con il ministro dell’Interno Matteo Salvini sembra destinato a durare molto di più.
La questione sta infiammando anche l’Associazione nazionale magistrati e il rischio è di una crisi interna. Il gruppo delle toghe progressiste Area ha infatti definito “non sufficiente” la posizione pressa dal presidente Francesco Minisci perchè «ricerca un’equidistanza rispetto a questioni e valori in relazione ai quali la posizione della magistratura associata non può che essere netta e precisa», proponendo invece un documento che «riaffermasse, in capo a tutti, rappresentanti delle istituzioni inclusi,il dovere del riserbo e del rispetto delle prerogative della magistratura e che, soprattutto, stigmatizzasse in maniera netta i toni dileggianti e irrispettosi, per la persona e per l’istituzione giudiziaria». L’atteggiamento di chiusura da parte della maggioranza ha portato il gruppo di Area a chiedere di poter discutere della questione nel prossimo Comitato direttivo centrale del 15 dicembre.
Intanto sulla posizione presa dall’Anm interviene anche lo stesso Spataro dicendosi sorpreso del silenzio della giunta dell’organo della magistratura e del presidente Minisci: «Non ci sono toni da abbassare da parte mia. Ho soltanto ricordato le competenze esclusive dell’autorità giudiziaria».
La lite Spataro-Salvini divide la magistratura
