Non si placa la polemica per la gestione dei casi di Covid nelle scuole primarie torinesi, dove le normative nazionali sono inasprite e basta un solo positivo per far finire tutti in Dad per 10 giorni, senza distinzione per vaccinati e guariti.
Come spiega il consigliere Pd Daniele Valle tale scelta non è delle singole scuole, ma dettata dall’Asl.
“Con una comunicazione del 19 gennaio, l’ASL di Torino ha perentoriamente dato indicazione alle scuole di mettere in DAD le classi dove si presentasse un positivo. Il documento contraddice perciò che si tratti di una libera iniziativa dei presidi quello che sta avvenendo nelle scuole torinesi, con classi intere in DAD con un solo positivo e assenza di screening sulla classe”.
“A seguito di riscontro di uno o più casi confermati di covid19 all’interno di una classe, il dirigente scolastico sospende temporaneamente le attività didattiche in presenza” scrivono infatti Testi e Buttafuoco.
La comunicazione continua: “gli alunni, in attesa di esser contattati dall’asl per la formalizzazione del provvedimento di quarantena, devono limitare le frequentazioni sociali e le altre attività di comunità”.
“In pratica l’ASL di Torino propone una nuova sottocategoria di quarantena e smentisce l’esistenza del nuovo servizio di gestione automatizzata delle quarantene attivo (secondo la fanfara di Cirio e Icardi) dal 17 gennaio” spiega Valle.
“D’altronde non c’è comunicato che possa smentire l’esperienza dei genitori torinesi: classi in DAD con un solo positivo e solo pochi fortunati contattati dall’ASL. Poche telefonate e nessun sms, secondo la prassi consolidata in questi anni per cui si annunciano le cose e poi solo molto dopo, eventualmente, si attuano” conclude.