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giovedì, 5 Dicembre 2024

Italiani e ambiente: ecco la situazione secondo l'Istat

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di Silvia Musso
Quanto sono sensibili ai temi ambientali gli Italiani? All’incirca il 45% della popolazione. E cos’è cambiato rispetto all’ultima indagine del 1998? A dir la verità poco.
In circa 15 anni, infatti, la propensione della popolazione ad adottare comportamenti attenti all’ambiente è cresciuta solo lievemente e addirittura si attenua la percezione da parte dei cittadini del rischio ambientale a livello locale.
Non è un quadro del tutto roseo quello emerso dal report dell’Istat “Popolazione e Ambiente: comportamenti, valutazioni e opinioni”, pubblicato lo scorso venerdì.
L’indagine, che si riferisce al 2012, ha interessato una popolazione costituita dalle famiglie (intese come famiglie di fatto, cioè l’insieme di persone coabitanti e legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o affettività) residenti in Italia.
Dal report è emerso che poco meno di metà della popolazione (45%) è interessata alle tematiche ambientali. Un segmento ristretto di popolazione esprime un livello di interesse elevato: i cittadini che si interessano “molto” alle problematiche ambientali sono infatti solo l’8,8%, mentre se ne interessa “abbastanza” il 36%. Rispetto al 1998 si registra una crescita di interesse modesta: la quota di individui interessati (“molto” e “abbastanza”) aumenta infatti di soli 8 punti percentuali.
Nell’ambito di questo sottoinsieme 85 cittadini su 100 lo fanno seguendo programmi televisivi e radiofonici, 54 su 100 leggendo i giornali.
Poco frequenti le modalità di partecipazione attiva: tra i cittadini che si interessano, assistono a conferenze su temi ambientali cinque su 100; aderiscono ad iniziative delle associazioni ambientaliste tre su 100 e si iscrivono alle associazioni due su 100. In generale tra il 1998 e il 2012 si registra una contrazione di partecipazione per tutte le modalità di informazione adottate dagli italiani.
I cittadini ritengono che la salvaguardia ambientale debba essere assicurata soprattutto dai cittadini stessi e dalle istituzioni, entrambi indicati da circa il 70% delle persone. Minore rilevanza viene attribuita al contributo delle imprese (30% circa).
A distanza di quasi 15 anni, si attenua la percezione da parte dei cittadini del rischio ambientale a livello locale: l’incidenza di individui che esprimono timori per la vicinanza all’abitazione di impianti potenzialmente nocivi è in leggero calo rispetto al 1998 per tutti i tipi di impianto (ad eccezione dei ripetitori radio-TV e telefonici).
Il 73% dei cittadini indica inceneritori e discariche di rifiuti come impianti la cui prossimità all’abitazione desta preoccupazione; poco più del 40% indica industrie petrolifere e petrolchimiche e industrie chimiche e farmaceutiche.
Le preoccupazioni della popolazione si indirizzano soprattutto verso l’inquinamento atmosferico (indicato dal 52% dei cittadini), la produzione e lo smaltimento dei rifiuti e i cambiamenti climatici (entrambi 47%), l’inquinamento delle acque (38%).
Rispetto al 1998, la propensione della popolazione ad adottare comportamenti attenti all’ambiente cresce solo lievemente e si osserva una forte variabilità nell’adozione di alcuni comportamenti rilevanti per il loro impatto sulle risorse naturali. Eccezione è il numero di individui attenti al risparmio di acqua (dal 54% al 68%). Ancora poco diffusi, invece, sono quei comportamenti di confine con la tutela della salute personale, come leggere le etichette dei prodotti alimentari, che interessa il 39% della popolazione, una quota solo in leggera crescita rispetto al 1998 (32%).
Le attenzioni dei cittadini si concentrano specialmente su quelle azioni che, molto collegate al senso civico, sono finalizzate a migliorare la qualità dell’ambiente a livello locale: nel 2012, circa 70 persone su 100 si impegnano a non gettare le carte per la strada e ad evitare di parcheggiare l’auto in doppia fila, mentre il 38% a non adottare comportamenti di guida rumorosi.
Dati più positivi arrivano dalla raccolta differenziata. Nel 2012 sono 14,2 su cento le famiglie che dichiarano di non effettuare la raccolta differenziata per nessuna tipologia di rifiuto, mentre nel 1998 erano 36,6. Tra quante dichiarano di effettuarla, il numero medio di tipologie di rifiuti raccolti aumenta da circa 2,7 a 4,9.
Dall’indagine emerge, infine, che i cittadini che risiedono nel Nord-Est hanno più frequentemente comportamenti attenti all’ambiente, e si interessano maggiormente alle tematiche ambientali.
Nel confronto di genere si registra una leggera prevalenza di persone interessate tra i maschi che non tra le femmine (il 46,7% contro il 43,2%). I giovanissimi (14-24 anni) e ancor più gli over 75 risultano meno interessati (rispettivamente 38% e 27%), soprattutto rispetto ai 45-54enni (51%) e ai 55-64enni (53%).
La quota di individui che si interessa di questioni ambientali, inoltre, è massima tra gli occupati (51,9%) e, all’opposto, minima tra le casalinghe (34,1%).
Al crescere del titolo di studio aumenta la quota di individui che si interessano all’ambiente e che, nel farlo, praticano modalità attive di partecipazione, che esprimono preoccupazione per i problemi ambientali e che hanno comportamenti più attenti.

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