Ferri corti tra difensori e pubblici ministeri nel maxiprocesso No Tav nell’aula bunker delle Vallette. Il pomo della discordia che ha scatenato la bagarre è stato lo storico leader del movimento che si oppone all’Alta Velocità in Valsusa, Alberto Perino.
I pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo alla vista di Perino si sono rifiutati di rivolgergli delle domande in quanto teste «poco credibile».
«Ha accumulato una dozzina di procedimenti penali – hanno detto – e ha riportato una condanna meno di un mese fa».
Questa la frase che ha scatenato il battibecco tra pm e difensori.
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