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mercoledì, 23 Ottobre 2024

Istituto Regina Margherita, scuola serale in ginocchio

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di Bernardo Basilici Menini

Pochi professori, corsi “per il momento sospesi”, orario dimezzato, alunni disabili senza un insegnante di sostengo. Questa è la fotografia della sezione serale dell’istituto Regina Margherita. Uno scatto drammatico: di fronte alla grave mancanza di organico la scuola non ha avuto altra scelta se non quella di salvare il salvabile e fermare il resto.

Il principale problema attiene appunto alla mancanza di professori. Malgrado l’istituto abbia inviato la richiesta di organico più di una volta i docenti non sono arrivati. Necessariamente saltano le lezioni: nelle classi terza, quarta e nelle due quinte dell’istituto non ci sono i docenti di italiano e storia. Fisica assente in tutte le classi, stessa sorte per inglese e francese. Rimangono scienze umane e filosofia, matematica e diritto, in parte coperte grazie ai “prof” del diurno. In totale rimangono scoperti più del 50% degli insegnamenti.
Senza corsi l’orario è stato dimezzato e per le prime due settimane di lezione le classi terza e quarta hanno avuto corsi dalle 18 alle 19.45, le quinte invece orario 19:30-21:00.

I tentativi di ampliare sono costanti, ma ci si scontra con la realtà dei fatti e alcuni ostacoli sono insormontabili, anche perché nell’ambito non è prevista la possibilità di straordinario e i professori oltre a un certo monte ore non sono disposti a lavorare da “volontari”. Questo per quanto riguarda i volenterosi: in certi casi alcuni docenti avrebbero rifiutato determinati orari per impegni personali già presi durante l’arco di tutto l’anno.

In questo quadro i disagi per gli studenti sono fortissimi, dato che al serale la maggior parte degli iscritti sono anche lavoratori. Alcuni di loro vengono in treno da fuori Torino e perdono una serata intera per frequentare solo due ore di lezione.

La situazione potrebbe migliorare solo a fine mese, quando arriveranno le supplenze, che pare siano state già richieste, e quindi assegnazioni provvisorie. Ma anche nel caso in cui i nodi vengano sbrogliati, rimarrà un grosso problema: le ore perse vanno recuperate, dato che per legge non si può andare sotto un determinato monte di orario di lezione per poter accedere alla classe successiva o all’esame di stato. Per molti studenti lavoratori il tutto significherà dover cercare di far quadrare i conti tra scuola e impiego in futuro, nel momento in cui il monte ore sarà incrementato per poter recuperare il tempo perso perse.
Per cercare di risolvere questi problemi è previsto, tra gli altri, il potenziamento, che in questo caso come in altri rischia di creare più problemi di quanti ne risolva.

E’ un sistema complicato, che scatta quando l’istituto propone progetti con valenza triennale, come l’alternanza scuola lavoro. Per poterli attuare si prendono dei professori formati, già immessi e quindi da utilizzare, che vengono inviati nelle scuole. Il problema è che non sempre si tiene conto della reale formazione del docente e non è raro che vengano inviati per progetti per i quali non hanno alcune preparazione: professori in scienze umane mandati a fare laboratori informatici o tecnici e viceversa. Inutile per gli studenti e degradante per gli insegnanti. Soprattutto per quelli che decidono di accettare potenziamenti a centinaia di chilometri da casa, per poi trovarsi a insegnare una materia nella quale non hanno alcun tipo di competenza.

Poi c’è anche la questione degli studenti disabili. Nella scuola mancano quattordici insegnanti di sostegno e i ragazzi portatori di handicap non hanno quindi chi possa seguirli a dovere, rimanendo sotto la sorveglianza dei bidelli o dei professori che tengono lezione in aula, che non riescono tuttavia a poter creare per loro un percorso apposito e ad accompagnarli passo passo. Per gli studenti disabili con handicap più gravi ci si è attivati con un docente che cerca si seguirli in un’aula a parte, tamponando la necessità ma sicuramente non avendo i mezzi per fare virtù, con meccanismi opposti rispetto a ogni via virtuosa per un approccio costruttivo alla disabilità.

Se al Regina Margherita la situazione è critica nei corsi della sera, anche il diurno ha i suoi problemi, con quattro cattedre di scienze umane mancanti. In generale, comunque, i casi più difficili si fanno sentire maggiormente nelle sezioni serali. Ad esempio, nell’istituto Avogadro, se per la mattina il tutto è sostanzialmente sotto controllo, per il pomeriggio mancano diversi laboratori importanti.
Settembre è sicuramente il mese in cui il tema delle assegnazioni risulta più ostico per tutte le scuole. Ma questo non può essere un alibi: se i nodi non saranno sciolti tempestivamente c’è il rischio che la situazione per docenti e studenti possa diventare ancora più grave.

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