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domenica, 8 Settembre 2024

Isis: è allarme per i foreign fighters italiani

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Inasprimento dei controlli negli aeroporti e intensificazione dei rapporti con le comunità islamiche per monitorare il fenomeno dei cosiddetti foreign fighters. Sono questi i temi su cui si è concentrata l’audizione del capo della Polizia Alessandro Pansa davanti alle commissioni Difesa e Giustizia della Camera. Il 10 febbraio, infatti, in seguito alla pubblicazione del primo video con cui l’Isis minacciava di arrivare a Roma, il Governo ha varato il decreto-legge antiterrorismo attualmente all’esame congiunto delle due commissioni. Il testo, oltre ad introdurre l’azione penale per coloro che si arruolano all’estero, contiene provvedimenti come il rafforzamento dei poteri di espulsione in mano ai prefetti, l’inasprimento delle misure di prevenzione, la compilazione e il monitoraggio di una black list di siti internet che inneggiano al terrorismo.
Secondo Pansa sarebbero circa 60 i “foreign fighters” noti alle forze dell’ordine: «Cinque di loro sono italiani, due hanno la doppia nazionalità, tutti gli altri sono stranieri, ma hanno a vario titolo legami con il nostro Paese. L’attenzione su di loro è massima»
A questo scopo, assicura Pansa, «i controlli sono aumentati e ci sono piani specifici che abbiamo adottato per alcuni voli» ritenuti pericolosi, mentre parallelamente sono stati intensificati i rapporti di collaborazione con le comunità islamiche. Nel corso dell’audizione, il direttore del dipartimento di pubblica sicurezza ha ribadito inoltre come non si debba cedere all’equazione “immigrazione uguale terrorismo” e riguardo alla possibile presenza di terroristi sui barconi ha spiegato che «allo stato non abbiamo alcun elemento, ma non possiamo escluderlo». La scorsa settimana era stato l’ambasciatore egiziano a Londra a lanciare l’allarme di possibili infiltrazioni terroristiche sui barconi che dalla Libia arrivano sulle coste italiane, mentre il giorno prima analoghe dichiarazioni erano state fatte dal presidente del comitato di controllo sui servizi segreti, il leghista Giacomo Stucchi.
«Non sono a conoscenza di collegamenti tra la criminalità organizzata e lo Stato islamico, compresi quelli con la ‘ndrangheta», ha aggiunto Pansa, commentando le dichiarazioni rese nei giorni scorsi dal procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho. Era stato quest’ultimo a paventare il rischio di un do ut des tra organizzazioni terroristiche e cosche mafiose: supporto logistico in cambio di armi e droga.
Ed ha aggiunto: «Se qualcuno ne ha parlato vuol dire che è a conoscenza di cose che noi ancora non sappiamo».

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