Il sistema ospedaliero non è pronto per la seconda ondata di Covid anche perchè ci sono pochi infermieri e poco assunzioni sono state fatte in questi mesi. A denunciarlo è il sindacato del Nursind Torino attraverso il suo segretario Giuseppe Summa.
“L’analisi dei dati, da noi richiesti, rappresentativi di ben cinque aziende torinesi mostrano un quadro insufficiente a dare risposte alle necessità attuali e denotano gravi carenze. Numeri veramente esigui per affrontare ciò che era prevedibile dovessimo affrontare per farci trovare pronti” afferma.
Infatti, si contano solo 55 nuove assunzioni e solo due a tempo indeterminato. “Un numero forse neanche sufficiente all’esecuzione dei tamponi – commenta Summa. – A tutto ciò dobbiamo aggiungere che la precarietà dei contratti e la loro breve durata sta portando a un aumento della mobilità di infermieri e altro personale verso altre regioni che garantiscono il tempo indeterminato. Inoltre si sta scatenando una lotta tra le varie aziende Piemontesi per reclutare il più possibile personale, sottraendosi unità a vicenda. A Torino si segnala anche una fuga dal pubblico verso alcune strutture private come il Gradenigo”.
“Dove sono le 1000 unità che dovrebbero occuparsi dei 300 posti letto in più di terapia intensiva e 200 di subintensiva? E che fine ha fatto l’infermiere di famiglia che oggi viene utilizzato impropriamente a supporto delle USCA? Solo a Torino servirebbero 160 unità. Dove sono gli infermieri che avrebbero dovuto garantire l’apertura dei nuovi reparti covid senza pregiudicare le altre prestazioni sanitarie come accaduto in primavera?” sono le domande che si pone il Nursind.
Anche Francesco Coppolella coordinatore piemontese del sindacato osserva come: “Nei primi giorni di giugno la regione annunciava duemila assunzioni contestualmente annunciava più posti letto per farci trovare pronti. Qualche giorno fa la comunicazione da parte della Regione di aprire 20 posti letto per Presidio e riconvertire le sale operatorie in rianimazioni riducendo o bloccando nuovamente l’attività chirurgica d’elezione. Eppure qualche settimana fa era stato chiesto alle aziende di recuperare gli interventi e le prestazioni non effettuate a Marzo e Aprile. Ogni Presidio ospedaliero sta quindi aprendo nuovamente reparti covid o trasformando servizi destinati ad altre attività, spesso improvvisando e senza risorse. E’ evidente che quasi nulla è stato fatto, come è altrettanto evidente che con il personale a disposizione non potranno essere garantiti tutti gli interventi necessari che la prima ondata ci ha insegnato essere indispensabili.
Adesso si recuperi il tempo perduto – conclude Coppolella. Assunzioni urgenti, attivazione di prestazioni aggiuntive e concorso a tempo indeterminato in tempi brevi”.