Le temperature che si raggiungono ad Atene in occasione dei derby fra le squadre di calcio della capitale greca sono, notoriamente, altissime. Mercoledì sera, ieri, è arrivata la riprova. La partita fra Aek Atene ed Olympiakos, valida per il ritorno dei quarti di finale della Coppa di Grecia, è stata sospesa all’88’: gli ultras dell’Aek hanno invaso il campo e lanciato oggetti, fra i quali forse un razzo, ai danni della panchina dell’Olympiakos. È intervenuta sul campo la polizia, poco più tardi l’arbitro ha decretato la sospensione della gara.
Il caos si è scatenato dopo il gol del vantaggio per l’Olympiakos segnato dall’attaccante argentino Franco Jara. Rete che avrebbe qualificato i biancorossi in virtù dell’1-1 dell’andata, ipotesi poco gradita dai sostenitori gialloneri, che difatti non hanno mancato, in maniera abbastanza evidente, di provar a cambiare le carte sul prato verde. I giocatori si sono andati a riparare nel sottopassaggio dell’Olimpico, venendo poi mandati sotto le docce dall’arbitro alla luce dell’impossibilità di concludere la partita.
Tempi agitatissimi il calcio greco, che si è posto, insieme ovviamente alla Troika, come una delle prime patate bollenti da affrontare per il governo di Alexis Tsipras, che a febbraio ha fermato il campionati di calcio dopo gli scontri verificatesi in occasione di un altro derby, quello fra Panathinaikos e Olympiakos. La Super League della Grecia, solo nello scorso weekend, ha ricominciato, a porte chiuse, a giocare. Ora Tsipras che farà? In tutte le competizioni verrà imposto il coprifuoco negli spalti o sarà nuovamente intimato l’alt al mondo del pallone?