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giovedì, 24 Ottobre 2024

Imprese e Covid: alla Festa de L’Unità si discute di ripresa economica di Torino

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

E’ stata l’occasione per confrontarsi su uno dei temi più dibattuti degli ultimi tempi l’incontro della Festa de L’Unità dal titolo “Torino Città Metropolitana: quali opportunità per le imprese post Covid”. Al Circolo Risorgimento, in via Poggio, si sono alternati esponenti del mondo imprenditoriale, politico e delle associazioni datoriali per provare a fare un quadro di quelli che sono stati i mesi del lockdown e gli sviluppi che ci attenderanno nei prossimi mesi da un punto di vista dell’economia locale.

Si parte da qualche dato, illustrato dai professori Mauro Zangola e Pietro Terna: la ripresa delle assunzioni e il calo della cassa integrazione. Che se da un lato possono sembrare fattori positivi dall’altro non cancellano alcuni fenomeni preoccupanti, come il fatto che la maggior parte dei nuovi assunti sono comunque precari e che la quarantena ha introdotto nuove abitudini nel mondo del lavoro come lo smart working con cui sarà necessario rapportarsi anche in futuro. 

Tra le categorie sicuramente più colpite dal Covid quella degli artigiani, rappresentanti nel dibattito da Paolo Alberti, segretario di Cna Torino: “Quelli passati sono mesi molto difficili, ora dobbiamo stare con i piedi per terra, ma se continuiamo a essere negativi andremo a peggiorare la situazione”. Alberti ha anche sottolineato come “alcuni problemi legati al mondo del lavoro e a quello economico c’erano già prima del Covid, continuano ad esserci ora e non si trova ancora una soluzione”. Tra le ricette suggerite: “La capacità di fare filiera e un sapiente utilizzo dei fondi del Recovery Fund nella consapevolezza che per il mondo autonomo e artigiano non basta solo defiscalizzare”. 

Anche Dino De Sanctis, presidente di Confartigianato Torino, ha chiesto al mondo istituzionale e politico attenzione per i piccoli imprenditori in difficoltà: “Il mondo artigiano non può fare smart working e si basa su un rapporto di fiducia con i clienti. Le condizioni del momento mettono a rischio di chiusura il 30 per cento delle attività. Un problema non solo per l’economia ma anche perchè proprio nell’artigianato si possono inserire molti giovani e creare nuovi posti di lavoro. Purtroppo spesso le politiche economiche avvantaggiano i grossi gruppi, ma anche i piccoli hanno bisogno d’aiuto per proseguire”. 

Per il mondo cooperativo, invece, è Dimitri Buzio, presidente di Legacoop Piemonte e di Alleanza delle Cooperative Piemonte, a prendere la parola ricordando come la nostra regione geograficamente sorge al centro dell’area tra Lione e Trieste, importante motore dell’economia europea: “Ma la geografia non basta. Dobbiamo creare le condizioni per lo sviluppo, puntare sulle infrastrutture, dare un contributo strategico”. Tra i dati sottolineati da Buzio il fatto che “Torino sta perdendo posizioni rispetto all’innovazione tecnologica e al numero di Start Up innovative presenti. Inoltre a maggio la città ha erogato più pensioni che buste paga: un elemento drammatico”. Sul mondo della cooperazione, che per natura è strettamente legato al territorio in cui opera, “con il Covid si sono visti andamenti diversi nei vari settori, ma si è gestita bene la crisi”. Mentre sulla politica economia il presidente di Alleanza delle Cooperative cita il documento di programmazione economica della Regione Piemonte per il 2021-2023 “rispetto al quale abbiamo avanzato tre proposte: rilanciare il bando dell’edilizia sociale che permetterebbe nuovi posti di lavoro nel settore, puntare sulle politiche di rigenerazione urbana e creare partnership tra pubblico e privato per i servizi socio-sanitari”. 

Sul palco è intervenuto anche il senatore del Pd Mauro Laus, vicepresidente della commissione Lavoro, che ha precisato come “è compito della politica gestire la paura e la preoccupazione dei cittadini. I problemi di oggi non sono solo causa del Covid, dobbiamo dare risposte identiche a quelle che avremmo dovuto pensare e mettere in atto prima della pandemia. Oggi abbiamo un vantaggio però, i fondi da investire  e dobbiamo arrivare ad utilizzarli con piani strategici che rendano competitivo il Paese. Non basta la lista della spesa”. 

Laus ha anche ricordato due emendamenti da lui proposti nel decreto Agosto: aiuti fiscali per le regioni del sud e le aree depresse e in difficoltà; e individuare nelle aree metropolitane zone franche amministrative e fiscali. 

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