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giovedì, 24 Ottobre 2024

Il virus Ebola spaventa anche il pallone. Coppa d'Africa a rischio?

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Anche le prime settimane di ottobre sono segnate dall’allarme scatenato dall’epidemia del virus Ebola. Contagio che continua a mietere vittime in numerosi paesi africani, ma che sembra far notizia solamente quando qualche medico o infermiere occidentale ne viene colpito. Certamente i provvedimenti presi per scacciare il virus non corrispondono alla dimensione dell’inquietudine lanciata nella direzione dei quattro angoli del mondo. Ciò ovviamente non toglie la gravità della situazione, ci mancherebbe, anzi la problematica risiede proprio in questa falla, che annovera nelle sue fila le manchevoli istituzioni africane, fin qui dimostratesi incapaci di tamponare seriamente la pur difficile calamità, così come i superficiali governi nostrani, che già solo per l’estensione degli affari attivi nelle regioni colpite, nello sfruttamento delle risorse naturali così come nelle attività dell’imprenditoria coloniale, dovrebbero patrocinare un impegno ben maggiore, più convinto e organizzato, magari facendo qualche conferenza stampa in meno e preoccupandosi di salvare le tante vite che viaggiano sul bilico di un pericoloso crinale.
L’osmosi mediatica sulla minaccia mondiale costituita dall’Ebola ha infettato anche il mondo del calcio. Il governo del Marocco ha chiesto alla Confederazione africana di calcio di rinviare la prossima Coppa d’Africa, che si dovrebbe tenere nel paese del Maghreb dal 17 gennaio all’8 febbraio 2015. La richiesta marocchina è stata ufficializzata dal ministero dello Sport, che ha spiegato di nutrire forti preoccupazioni sulla possibilità di estensione del virus e di augurarsi uno spostamento della rinomata competizione calcistica per “evitare assembramenti cui partecipino Paesi colpiti dal virus”. Sarà da capire che cosa ne pensano gli sponsor della Coppa d’Africa della proposta marocchina, anche se al momento uno spostamento o annullamento del torneo non sembra affatto preventivato: la Confederazione africana ha immediatamente risposto al governo di Rabat, affermando che “all’ordine del giorno non vi è alcun cambiamento di programma nel calendario delle proprie competizioni”.
I campionati di calcio, d’Europa e non solo, sono attualmente nella settimana di pausa per le convocazioni delle nazionali di tutto il mondo, che stanno affrontando le qualificazioni alle competizioni continentali. La circostanza ha ovviamente risollevato il problema Ebola così come le paure sanitarie dei club che hanno in rosa nazionali africani. Diversi calciatori partiti alla volta dell’Africa hanno abbandonato i ritiri delle rispettive nazionali temendo la diffusione del virus. Il primo è stato l’attaccante Lass Bangoura, nazionale della Guinea che gioca in Spagna, nel Rayo Vallecano, al quale il club aveva addirittura chiesto di non rispondere alla convocazione. Per l’Africa sono partiti anche giocatori della Serie A italiana: Badu e Acquah, centrocampisti ghanesi di Udinese e Parma, e Gervinho, punta ivoriana della Roma. Non sono stati invece convocati Muntari ed Essien del Milan, non è chiaro se per scelta tecnica (improbabile) o se per capacità di persuasione del club (ben più verosimile).
La polemica faccenda relativa alla Coppa d’Africa, dopo il sollevamento evidente del problema da parte del paese ospitante, verrà affrontata il prossimo 2 novembre ad Algeri, capitale dell’Algeria, nell’esecutivo del Caf (Confederation Africaine de Football), ma anche il giorno successivo, il 3 novembre, quando il presidente Issa Hayatou incontrerà le autorità marocchine a Rabat, in Marocco. Verrà realisticamente valutato quanto l’evento potrebbe valere la candela, se gli sponsor non si opporranno alla revisione dello show e quantomai se i club proprietari dei cartellini si diranno disponibili a lasciar partire i propri giocatori, per quasi un mese, per la Coppa del Continente Nero.

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