Secondo giorno dal decreto firmato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte. A Torino le strade sono vuote, negozi anche, molti di questi hanno le saracinesche abbassate. Quello che più fa impressione è il silenzio. Non reale. Neanche nei mesi estivi si vive un clima così. Già, perché a luglio ad agosto in città ci sono almeno i turisti a popolare le strade, a fare la fila nei musei.
Invece ora la città ha risposto all’appello di restare in casa. Questo è certo. Forse lo avrà fatto un po’ di ritardo, ma alla fine sta rispettando le direttive.
Dentro il bar tutti mantengono il metro di distanza. Se si è in due il cameriere sul bancone posiziona a quella distanza le tazzine del caffè. Non mancano i saluti e gli auguri con frasi come “Ce la faremo” o “Resistiamo”.
La resistenza silenziosa di Torino dunque che orgogliosamente vuole riprendersi la sua vita. Questo deserto sotto la Mole non è una sconfitta, ma significa stare sulle barricate contro il Coronavirus.