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giovedì, 24 Ottobre 2024

Il senatore Berlusconi non c'è più. Tra baciamano, striscioni e brindisi

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Silenzio in aula. Così è stata accolta la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Silenzio in sala. Palcoscenico vuoto. Berlusconi non c’è. È fuori a parlare al suo esercito di missionari.
Ma la partita è dentro a Palazzo Madama. Lì il risultato è dato per scontato: l’Aula del Senato respinge i nove ordini del giorno contrari presentati. Cala così il sipario su vent’anni iniziati con la «discesa in campo» per dare «un sogno liberale» e sconfiggere «i comunisti».
Le sue sostenitrici sono a lutto, anche la sua fidanzata Francesca Pascale, che lo ha accolto sotto il palco con un baciamano.
Poi arriva la notizia della fine tra le polemiche: «Non è finita, è un’ingiustizia», urlano i sostenitori, e «Andate in galera assieme a lui, ormai è decaduto», gli viene risposto.
«Questa politica – tuona Marina Berlusconi, la prediletta di casa – si dovrà pentire di essersi ancora una volta arresa ad una magistratura che intende distruggere chiunque provi ad arginare il suo strapotere».
«L’Italia non merita – dichiara – di vedere l’uomo che milioni di italiani hanno scelto con il voto venire allontanato da uno dei luoghi più solenni della Repubblica, in base ad una assurda condanna senza prove e calpestando principi costituzionali, normative, prassi minime di civiltà. Una violenza di questo tipo rappresenta una macchia che peserà sulla storia del nostro Paese».
«La vera decadenza – conclude – è quella imboccata dalle nostre istituzioni: sono loro, e non mio padre, ad uscire profondamente umiliate dallo scempio cui oggi ci è toccato assistere».
Soddisfazione invece da parte del segretario del Partito Democratico, Guglielmo Epifani: «Oggi è una giornata importante dove si è affermato lo stato di diritto ed il principio base secondo il quale tutti siamo uguali davanti alla legge. Il Senato ha applicato la legge. Ha fatto il suo dovere. Questa non è la strada per battere l’avversario politico, sarebbe sbagliato».
Agguerrita più che mai è la pitonessa, Daniela Santanchè: «Oggi con Berlusconi è decaduta la democrazia. Tocca a noi ripristinarla». Renato Schifani parla di «pagina buia della nostra democrazia. Una scelta anomala e ingiusta che ha violato lo stato di diritto». Angelino Alfano, l’eterno secondo che ha abbandonato il posto al caldo sotto l’ala del “papi” la butta sull’agenda politica e sulle responsabilità del Pd: «Anche il Pd non ha più alibi. La riforma della giustizia non deve e non può uscire dall’agenda di governo».
Brindisi invece da parte dei deputati del Movimento Cinque Stelle, «per festeggiare – ha spiegato il pentastellato Alessandro Di Battista – un’Italia un po’ più libera».
Di Battista lancia poi una frecciata al partito di Enrico Letta: «I deputati del Pd in transatlantico – sostiene – hanno la facce di chi viene dai funerali di Lenin». Poi aggiunge una frecciata più mirata, indirizzata a Matteo Renzi: «Ora che è decaduto un Berlusconi, occhio ai nuovi Berlusconi dall’accento toscano in arrivo».
Hanno poi esposto uno striscione: «Fuori uno! Tutti a casa».
Comunque sia il senatore Berlusconi è morto. Ma non tutto il marciume che il “Bel Paese” ha ereditato in questo ventennio.

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