di Moreno D’Angelo
Papa Francesco, in occasione della festa della scuola cita anche il proverbio africano: «Per educare un bambino serve un villaggio». Un monito che fa venire in mente concetti della Cina maoista degli anni settanta in cui si esaltava il prevalere della responsabilità collettiva sul singolo. Questo davanti ad una folla stimata dalla Cei in trecentomila persone. Con letture di don Milani e di altri autori.
Il Papa continua a puntare il dito contro il male della corruzione. Sul senso di lealtà e correttezza fa ripetere alla folla presente una frase del ginnasta Yuri Chechi: «E’ più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca»
L’ultimo monito è per gli insegnanti educatori affinché si impegnino nello sviluppo il senso del bene. L’incontro viene concluso da queste parole: «Non lasciamo rubare l’amore per la scuola». Immediatamente dopo è scattato a tutto volume il tormentone dance del momento “Happy” che viene ballato da alcuni giovani sul sagrato di San Pietro. Dopo tutto lo stesso Bergoglio ha richiamato sul fatto che si tratta di una festa per la scuola e non di un lamento.
Le sorprese di questo Papa continuano. E’ sempre più il referente seguito e ascoltato da tutti di questa epoca. Un Papa che sa comunicare e sa imporsi anche con messaggi positivi incoraggianti verso un contesto come quello della scuola da anni sempre più in crisi.
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