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sabato, 27 Luglio 2024

Il Jobs Act di Renzi tra perplessità e aperture dei sindacati

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Dopo l’e-news pubblicata ieri sul sito del Pd, non si sono fatte aspettare le reazioni di politica e sindacati rispetto alle proposte contenute dal Jobs Act messo a punto da Matteo Renzi e dalla sua segreteria.
Da una parte la perplessità espressa dal ministro del lavoro Enrico Giovannini che ha spiegato come «molte delle proposte presentate dal segretario Pd in questa lista prevedono investimenti consistenti», cui fa eco la battuta sarcastica della deputata Fi Renata Polverini che ha assimilato il documento renziano all’Ikea: «Tanta paccottiglia e qualcosa di utile».
Dall’altra la pacata apertura dei sindacati: «Avremmo sperato in una maggior ambizione, a partire ad esempio dalla creazione del lavoro o dalle risorse, penso alla patrimoniale, ma è già importante che il tema del lavoro sia tornato al centro». A parlare è il segretario della Cgil Susanna Camusso che, riferendosi poi ad alcune parti specifiche del documento proposto da Renzi, ha spiegato di essere positivamente sorpresa dal fatto che il neo segretario Pd abbia esplicitamente affermato che le forme del lavoro devono essere semplificate.
«Ne dobbiamo discutere ma siamo tendenzialmente favorevoli», ha a sua volta commentato Raffaele Bonanni nel corso di un’intervista a Sky Tg24. «La flessibilità – ha poi continuato il leader della Cisl – va bene a patto che venga pagata di più e ci piace l’idea di dare forza a un solo contratto ed eliminare quei contratti civetta che servono solo per pagare meno le persone, specie giovani».
Una benedizione alle proposte della segreteria Pd arriva anche dall’Unione Europea che, tramite Laszlo Andor, commissario Ue per il Lavoro, nel pomeriggio ha fatto sapere che «le proposte contenute nel Jobs Act rappresentano un nuovo programma e sembrano andare nella direzione auspicata dall’Ue in questi anni».
Il documento renziano è diviso in tre parti: una prima dedicata al sistema lavorativo italiano con riferimenti, tra gli altri, a tasse, revisione della spesa burocrazia; una seconda finalizzata a definire come sarà possibile creare nuovi posti di lavoro nei singoli settori indicati; una terza intitolata alle nuove regole che definiranno il nuovo mercato del lavoro italiano, che rispondano alle esigenze mutate del Paese.
A seguito delle reazioni innescate, ad ogni modo, Matteo Renzi si è detto disponibile e aperto al confronto con tutte le parti in causa, dando il termine del 16 gennaio prossimo, quando si terrà la riunione di direzione del partito, per chiudere definitivamente la proposta del Pd.
di Alessandra Del Zotto

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