La mattina dopo i violenti scontri dei manifestanti anti-lockdown è il momento della conta dei danni per una Torino colpita la cuore. Camminare per le centrali via Roma e traverse è vedere una dopo l’altra vetrine rotte, sfondate, spesso negozi saccheggiati. Le commesse tentano di ripulire dai vetri e dalle pietre lanciate per sfondare le vetrine, mentre i gestori provano a quantificare i danni.
Davanti a Gucci, la griffe più colpita tanto che tutte le borse esposte nello store di via Roma sono state portate vie, c’è anche chi fa la fila per un selfie o una diretta Instagram, il nuovo turismo delle vetrine sfondate, mentre dentro il negozio la scientifica fa i rilievi del caso, e il proprietario scuote la testa rifiutando di commentare quanto accaduto.
Ma non sono solo i marchi di lusso. Anche piccole realtà hanno subito i danni della devastazione. La pasticceria Avidano, una vetrina che si affaccia all’angolo tra piazza Castello e piazza Carignano, oggi non lavorerà. “Ieri ci hanno sfondato un vetro, non sono riusciti ad entrare, ma tutte le torte e i piatti che erano nel bancone sono da buttare. Una vita di sacrifici e dove non arriva lo stato sono arrivati i manifestanti a distruggerci” commentano dal locale.
Mentre per strade si lavora per colmare i buchi lasciati dai sanpietrini estratti e per rimettere in piedi cestini e fiorire. I danni ammontano di sicuro a qualche migliaia di euro. La refurtiva dei negozi è stata in buona parte recuperata e la polizia è al lavoro per individuare gli autori dei gesti. Al momento sono cinque gli arresti e due le denunce per quanto accaduto in via Roma. Un altro arresto e una denuncia per i roghi in piazza Cavour e via San Massimo. Una decina invece i feriti tra le forze dell’ordine.