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giovedì, 24 Ottobre 2024

Il bis di Paolo Montagna: “Il modello Moncalieri per vincere Torino 2021”

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Rosanna Caraci
Rosanna Caraci
Giornalista. Si affaccia alla professione nel ’90 nell’emittenza locale e ci resta per quasi vent’anni, segue la cronaca e la politica che presto diventa la sua passione. Prima collaboratrice del deputato Raffaele Costa, poi dell’on. Umberto D’Ottavio. Scrive romanzi, uno dei quali “La Fame di Bianca Neve”.

La vittoria di Paolo Montagna a Moncalieri è schiacciante, forse oltre le previsioni di un centrosinistra che, almeno a livello nazionale, probabilmente sta ancora stropicciandosi gli occhi per i risultati molto positivi ottenuti anche laddove c’era forte paura di cedere il passo all’avversario. Alle regionali è pareggio, e alle amministrative si sorride per partite che si spingeranno ai ballottaggi con fiducia.
Nel quinto comune piemontese per popolazione, il primo della Città Metropolitana dopo Torino, il sindaco uscente Paolo Montagna stravince con il 65 per cento dei consensi.
“Siamo un modello di esperienza anche del Pd e del centrosinistra. Da qui, da Moncalieri, per Torino e per la Regione noi ci siamo”. Questa è la consegna, la promessa, del riconfermato primo cittadino.

Sindaco Montagna, complimenti per la rielezione. Se lo immaginava un risultato così schiacciante?
Mi aspettavo un buon risultato. Questo invece è straordinario. Una fiducia di cui sono onorato, quasi commosso, e di cui da domani mi impegnerò per essere all’altezza.

Si riprende il lavoro, senza sosta. Da dove si comincia?
Si comincia da dove abbiamo lasciato, dalla lettera del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e all’assessore Icardi per ribadire, se non fosse stato abbastanza chiaro, che l’ospedale unico a Moncalieri è una priorità. Suoneremo la campana della sveglia. La lettera non sarò più solo a firmarla ma lo faranno con me tutte le ventimila persone che hanno dato il sostegno al nostro progetto esprimendosi sull’ospedale.

Cosa ha convinto i suoi elettori a sceglierla e a riconfermarle fiducia?
In una parola, il progetto. Quello che si semplifica con la vicinanza alle persone. Abbiamo messo la mano sulla spalla a ognuno di quelli che aveva qualcosa da chiedere. Non abbiamo dato tutte le risposte ma abbiamo ascoltato tutte le domande. Ci chiedono presenza, vicinanza. Chiedono porte aperte ed è quello che noi abbiamo offerto: il risultato dimostra che era la strada giusta, l’unica possibile. 

Grande fiducia nei confronti dei sindaci, dei governatori, quelli che danno la voce al territorio, più che allo stesso partito, lei che ne pensa?
Penso che le persone si appassionano ai sindaci, certamente, ma anche al progetto che rappresentano. A Moncalieri il Partito Democratico è al 40 per cento, un risultato che richiama al altre stagioni. E’ un risultato che è possibile quando si ha il coraggio di mettere alla porta le correnti, di chiedere alle persone di candidarsi non perché la tessera gliel’ha fatta qualcuno o per quante ne hanno. Questo risultato si ottiene se si ha una lunga visione per andare oltre, se si ha il coraggio di riprendere le proprie parole chiave. 

Quali sono le parole chiave di Paolo Montagna?
La protezione delle persone, l’uguaglianza, i valori. Credo che il modello Moncalieri possa essere utile nel futuro per il governo della città di Torino che ci dobbiamo riprendere e soprattutto per creare a Cirio, alla Lega, al centrodestra un’alternativa per la Regione Piemonte. Bisogna partire subito. 

Consigli al prossimo candidato sindaco di Torino?
Il consiglio è quello di stare con le persone: non vergognarsi di raccontare la visione della città che abbiamo. Noi siamo quelli che rappresentano gli ultimi. Siamo quelli che riportano le persone sulla stessa linea di partenza, quelli che non fanno promesse ma assumono impegni, quelli che non promettono di rispondere a tutto ma certamente di ascoltare ogni questione che bussa alla vita delle persone. Non siamo coloro che soffiano sulla paura ma quelli che costruiscono una speranza, questo è ciò che mi sento di dire e se ne avrò la possibilità lo farò. Nel mio partito e non solo. 

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