Porte, finestre, panchine tutte dipinte bluegrana. È la sede dello storico Barcanova. In via Occimiano alle porte di Torino nord. La società di calcio dilettantistico torinese che si appresta a festeggiare nel 2020 il suo centenario. «Ho iniziato a frequentare il Barcanova per seguire mio figlio di sei anni, che qui ha avviato la sua carriera di portiere, e oggi sono felice di poter continuare a contribuire alla crescita di tanti ragazzi». A parlare è il presidente Massimo Capricci,di professione medico otorino, orgoglioso di avere dato una svolta allo storico sodalizio, nato nel 1920, che ha rischiato di chiudere i battenti dopo una fase di gestione infelice.
Oltre a guidare il “Barca” Capricci dal 2009 ricopre il ruolo di fiduciario medico per la Lega Nazionale Calcio dilettantistico in Piemonte e Valle d’Aosta
«Basta guerre tra poveri e vivere di ricordi. Ora abbiamo un bilancio in via di risanamento e tanto entusiasmo, con uno staff unito e preparato che ci fa guardare al futuro con serenità».Per il presidente sono queste le linee guida della nuova gestione alla base del rilancio della società bluegrana.
Il Barcanova ha un passato glorioso essendo una delle prime società calcistiche torinesi che, fin alle sue origini, si è dovuta misurare con squadre di professionisti. Un confronto che Capricci intende riprendere riproponendo la Coppa Primavera, manifestazione che ha visto confrontarsi negli anni 60, 70 e 80 le rappresentative giovanili dei più prestigiosi club europei.
Un torneo che mise in mostra campioni del calibro di Antognoni, Fuser e Cravero e che, nella sua ultima finale nel 1998 vide protagonista un giovanissimo Paolo Cannavaro, impegnato in un Juve Napoli.
Entrando nei dettagli del mondo Barcanova il presidente ricorda come «dietro ai nostri successi sportivi e umani vi siano figure prestigiose e per noi indimenticabili come Sergio Rabitti. L’ex allenatore della Juventus fu per molto tempo responsabile del nostro staff tecnico e guida autorevole con il suo bagaglio di esperienza e capacità».
Capricci ripercorre il drammatico momento vissuto dalla società dopo il 2000: «la decisione di fonderci con il Salus non l’ho mai condivisa e in chiave polemica mi sono allontanato per un lungo periodo. Una fase in cui si è abbandonato il nostro campo storico, sfrattati da via Centallo». «Una fusione – continua Capricci – che ci ha palesemente indebolito. Per non parlare della gestione di chi ci ha portato alle soglie di una possibile chiusura». Il presidente aggiunge con tono deciso: «Ritornando ho aperto un vaso di Pandora e si è proceduto ad allontanare cinque soci, compreso il direttore sportivo che fu una sorta di icona da decenni conosciuta in tutto il Piemonte. Inoltre si dovette fare i conti con l’indebitamento, cresciuto, in quella fase di gestione allegra, a livelli insostenibili, tanto da portare quasi ad un passo dal crak. Solo grazie alla ferrea volontà e all’appoggio di un gruppo di nuovi soci onesti e determinati e uno staff unito e preparato ci stiamo risollevando».
Il Barcanova ha ora i conti sotto controllo, supportato da affezionati sponsor, dalla vendita di qualche giocatore e dagli incassi dei tornei. È comunque evidente che la gestione di una società dilettantistica implichi una grande attenzione sul fattore finanziario. Non a caso sul piano gestionale sportivo la società punta tutto sulle risorse interne e non ricorre di prassi ad acquisti di giovani talenti esterni.
«Oggi – continua Capricci – abbiamo, a differenza di un tempo, ottimi rapporti con la circoscrizione e con le altre società . Insomma si è finito di vivere di ricordi e ci si propone in modo aperto, costruttivo e innovativo e basta guerre tra poveri». Senza voler risollevare vecchie polemiche il presidente si riferisce a precedenti rivalità definite come “stupide contese”, ribadendo l’importanza dello sviluppo di buone collaborazioni con tutti i protagonisti del calcio dilettantistico e non solo.
Ecco i numeri del Barcanova.
450 bambini e 18 squadre dai “primi calci” alla prima squadra e proprio nel 2019 si è avviato il calcio a 5 per le ragazze. Un fenomeno in rapida espansione che si prevede presto possa esprimersi anche nel calcio a 11.
Le professionalità dello staff del Barcanova nel suo lavoro con giovani e giovanissimi ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di “scuola calcio d’elite” dalla Federazione.
I campi del Barcanova, oltre a partite e allenamenti , ospitano e promuovono un campus estivo con la collaborazione delle scuole. Un’iniziativa che conferma la funzione anche sociale nel quartiere. Per il centenario sono in preparazione diversi tornei, a cominciare dal prestigioso “Pietro Racioppi”, che vede impegnate formazioni under 14 dell’ Entella, Torino, Genoa e Pro Vercelli, e Il palio dei quartieri.
Sul piano educativo al “Barca” si parte dal principio che il gioco del calcio debba essere preso come un divertimento e c’è poco spazio per esaltati che pensano di avere un figlio campione. I dirigenti del Barcanova sottolineano come sia fondamentale il rispetto di tutti non solo in campo ma anche nello spogliatoio.
Tra i bluegrana prevale un approccio etico pragmatico che vede i principi di lealtà, rispetto come scontati e non necessitano di tanti slogan perché anche qui l’educazione è fondamentale prima della teoria calcistica..
Anche al Barcanova giocano diversi figli di immigrati e non si sono mai registrati episodi di razzismo.
Con orgoglio viene ricordato come siano spesso presenti sugli spalti bluegrana osservatori di diverse società come Juventus, Torino, Pro Vercelli, Novara e anche di compagini liguri, mentre si va consolidando la tradizionale collaborazione con l’Alessandria calcio. Infine tra le note positive di grande importanza gestionale vi è la concessione comunale per venti anni a partire dal 2019 per i campi e le strutture di via Occimiano. «Un riconoscimento al fatto che lavoriamo bene», conclude Capricci.
Considerazione finale. Per società dilettantistiche sportive è fondamentale il risultato sul campo, ma si nota come il fatto di avere un buon clima umano e sportivo, una gestione corretta un piano educativo e tecnico di qualità conti molto piu di una vittoria. Un ruolo sociale che tanti appassionati consentono di esprimere senza l’ansia di costruire campioni.
Questo è il clima importante per andare avanti e sopravvivere oltre i 100 anni. Come il Barca di via Occimiano.
foto di ©Rawsht Twana