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giovedì, 24 Ottobre 2024

Il 2019 non sarà migliore del 2018. Cronaca di una morte annunciata

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Redazione
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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Scritto da Mauro Laus
Mi piacerebbe guardare all’anno che verrà con gli occhi di un bambino, ma siamo adulti, e non possiamo fare come quelli del canale d’Otranto che attendevano che il mare portasse notizie. I fatti sono sotto i nostri occhi e vanno guardati con lucidità. Il 2019 non potrà essere migliore dell’anno che abbiamo vissuto.
Un anno fa, ci trovavamo certamente di fronte a un’Italia in difficoltà eppure si stava avviando una ripresa economica. Quello che è mancato è stata un’attenzione più scrupolosa verso il ceto medio e le fasce più povere della popolazione. Si è rivolto lo sguardo più al quadro macroeconomico che alle situazioni di crisi sotto il nostro naso.
Nel corso del 2018 gli attuali schieramenti politici, Lega e Cinque Stelle, in modo scaltro, hanno intercettato le paure dei cittadini, le hanno accarezzate per trarne vantaggio sia in termini politici che di consenso. Il punto è che, con le attuali politiche e con la recente  legge di bilancio, si sta sciupando e sperperando quell’alito di ripresa che stava arrivando. Viviamo in una continua scia di propaganda elettorale, anche in vista delle imminenti elezioni europee. Si continuano ad alimentare campagne d’odio e intolleranza. Certo, da chi per mesi ha continuato ad ascrivere ogni responsabilità del malcontento ai governi precedenti e rivendicato aria di cambiamento, ci si aspettava di più e invece sono riusciti a fare peggio di chiunque altro nella storia istituzionale e democratica di questo Paese.
Non c’è bisogno di consultare esperti ed economisti per capire se l’attuale governo stia o meno saccheggiando il paese, le tasche dei cittadini e il futuro dei giovani. I fatti e il tempo daranno ragione o torto al mio ragionamento.
Un fatto è certo: è matematicamente impossibile che questo governo possa durare il prossimo anno, anche alla luce di di una manovra finanziaria praticamente già commissariata dall’Unione europea. Sono pronto a sentirmi apostrofare dai miei avversari politici come catastrofista o terrorista psicologico, la verità è che, pur essendo per natura un ottimista, so per certo che per come sono state impostate le cose non ci sarà alcuna speranza di miglioramento.
Europa
Arriviamo da un anno in cui l’immagine stessa dell’Italia è stata sporcata, anche sul piano europeo. Abbiamo denigrato, offeso, ripudiato un’Europa che certamente va cambiata, ma che è altrettanto indispensabile alla crescita economica e sociale del nostro Paese. Sta passando una narrazione diversa dalla realtà, a noi spetta il compito di far passare il vero messaggio. A noi questa Europa non piace. La vogliamo modificare certo, ma non con le urla e le modalità salviniane. Vogliamo più Europa, quella dell’ equità sociale e dell’ inclusione,quella dei regimi fiscali più omogenei e dei diritti e doveri garantiti a tutti. Parlare di Europa sovranista è invece una  contraddizione nei termini. Esempio pratico è stato l’immediato passo indietro dei cosiddetti “alleati sovranisti” di Salvini che, sentendo parlare di indebitamento, hanno chiuso ad ogni possibilità di supporto all’Italia.
Comunicazione
Quello che più mi rattrista, guardando al 2018 e al futuro, è che se fino a poco tempo fa lo scontro dialettico avveniva tra chi difendeva il bene comune e chi no, ora il problema è che non si è neppure più d’accordo sulla definizione stessa  di bene comune,  su cosa valga la pena tutelare e difendere. Il ruolo che ho potuto esercitare è quello dell’opposizione ragionata e costruttiva ma ci hanno tolto il terreno del confronto e l’unico spazio che resta è quello di un’opposizione urlata. Il 2018  ha visto cambiare anche I sistemi di comunicazione rispetto al modo di fare opposizione anche a causa del clima di confusione volutamente generato. Il Movimento è nato con i Vaffaday, con le volgarità digitate sui social  e oggi pensano di ricostruirsi la verginità stando al potere  e dando agli altri dei “terroristi mediatici”. Il 2019 sarà un inferno, ebbene si, prima ancora che terrorista mediatico sono un realista.C’è grande difficoltà nel far ascoltare le nostre proposte sia dentro che fuori dai palazzi.
Il Pd
Alle modalità di comunicazione di Lega e Cinque Stelle spesso hanno ceduto anche pezzi del Partito democratico, all’interno del quale una semplice osservazione si trasforma spesso in polemica. Un partito in cui ci sono dirigenti che giocano a screditare pezzi del partito,  in cui si fa distinzione tra consenso, voto d’opinione e truppe camellate. Mi auguro che nei mesi a venire il Pd  possa lavorare  su se stesso operando una vera e propria bonifica culturale, dedicando energie non tanto alle polemiche interne quanto ai temi da portare avanti in maniera unitaria.Su questo darò il mio contributo. C’è tanto su cui dare una mano, penso al tema del  lavoro, al sistema infrastrutturale del Paese, la sanità, la questione meridionale, al corretto utilizzo delle risorse pubbliche.
La politica ha diversi ruoli, è fatta di opposizione e  maggioranza, di ruoli di governo e di militanza e ognuno di questi ruoli va esercitato con serietà, correttezza e rispetto.
Non ho mai ricoperto una carica esecutiva, non sono mai stato sindaco o assessore, mai avuto la possibilità di portare avanti proposte solo mie, eppure questo non mi ha mai fermato dalla voglia di fare politica e dal cercare di fare squadra. Oggi è evidente che pur avendo sostenuto una proposta politica che ha ottenuto la maggioranza, di fatto mi trovi ad essere minoranza nel partito..ironico vero?
Eppure non è un problema per chi sa che la priorità è portare a casa un obiettivo comune per rendere un buon servizio alle istituzioni e ai cittadini.
Voglio chiudere questo mio bilancio con un appello.
Credo che, così come nella vita, gli amici, quelli veri, debbano essere presenti nei momenti di grande difficoltà, così mi auguro che nel 2019 militanti e gruppo dirigente del Partito Democratico vogliano rimanere compatti perché ci aspetta davvero una grande traversata, quella dell’opposizione al governo, del fronte del “si”contro il fronte del No a tutto, del puntellare, sostenere e aiutare l’azione politica regionale guidata da Sergio Chiamparino. Dunque forza e coraggio a tutti noi!

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