I confini della battaglia No Tav si sono ormai allargati oltre quelli della Valle di Susa, non solo in termini di solidarietà che la lotta riceve ma anche in quelli dell’apertura di nuovi fronti di opposizione alle grandi opere.
È il caso della linea ad alta velocità Tortona/Novi Ligure-Genova, nota come Terzo Valico, che dovrebbe unire il capoluogo ligure a quello lombardo. Anche qui negli anni è sorta una mobilitazione popolare per contrastare l’apertura dei cantieri della nuova tratta.
Per ora i lavori si sono limitati all’esproprio di alcuni terreni destinati alla cantierizzazione ed è proprio su questo livello che si sta dispiegando la battaglia. Il 30 luglio scorso era prevista una prima giornata di espropri sui territori della Val Scrivia, nella provincia di Alessandria, da parte del Cociv, la ditta incaricata dei lavori preliminari dell’opera. Per ore i No Tav ostacolarono e bloccarono pacificamente il lavoro degli operai, dovendo così fronteggiare l’intervento delle forze dell’ordine che ricorsero a ripetute cariche e a lancio di gas lacrimogeni contro gli attivisti per permettere le procedure di esproprio.
Nelle scorse settimane il Cociv ha annunciato che tra pochi giorni, il 10 settembre, sarà il turno del terreno su cui sorge uno dei presidi dei No Tav Terzo Valico, a Radimero, e di un’altra porzione di territorio a Moriassi, entrambi nei pressi di Arquata Scrivia.
Sul sito del movimento che si oppone all’opera è già stato lanciato l’appello per quella giornata a raggiungere fin dalle prime ore del mattino le due località e opporsi all’esproprio con «una resistenza pacifica e molto determinata».