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sabato, 27 Luglio 2024

I Si Tav conquistano Salvini, ma non fanno cambiare idea ai Cinque Stelle

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Un colpo al cerchio e uno alla botte. Non deve essere facile per il vicepremier Matteo Salvini accontentare sia l’alleato di governo, quel M5s contrario alla Tav, sia l’elettorato della Lega, da sempre favorevole alle grandi opere. Non lo era prima e dopo sabato lo è ancora meno.
L’Onda Si Tav che ha riempito piazza Castello ha colpito anche il leader della Lega, che di sicuro intravede un possibile bacino di elettori per le prossime elezioni regionali: «C’è un Paese che sembra pronto alle grandi sfide. E questo mi fa piacere» ha commentato Salvii in un’intervista al Messaggero. Ma quando si tratta di parlare di Tav il messaggio diventa nebuloso: «Vedremo quando arriva la relazione tecnica sui costi-benefici, e a quel punto si deciderà. Bisogna fare le cose per bene, senza forzature e con cognizione di causa. Non vedo perché precipitare tutto. A gennaio potrebbe esserci la relazione, vediamo» glissa, salvo poi aggiungere: «Sulle grandi opere non si torna indietro: occorre costruire e finire di costruire senza lasciare le cose per aria. Ne va della credibilità di un Paese, oltre che della vita pratica dei suoi cittadini. Non si può vivere dove è bloccato tutto».
Insomma, si alle grandi opere, ma vediamo sulla Tav. Sembra questo il sunto del pensiero di Salvini, equilibrista attento a non scontentare nessuno. Almeno per ora e chissà se la tornata elettorale della prossima primavera non lo farà sbilanciare di più. Inamovibili sulla loro linea i Cinque Stelle. Tanto che la sottosegretaria all’Economia Laura Castelli ribadisce al Fatto Quotidiano: «Il Tav è un progetto troppo costoso, e va completamente rivisitato. Ci sono altre priorità. Così com’è scritto il progetto non serve, è vecchio e costa decisamente troppo. Si potrebbe perseguire lo stesso obiettivo di facilitare il trasporto delle merci con molti meno soldi. Sono preferibili le piccole opere diffuse sul territorio, rispetto a un’opera come questa in cui sono coinvolte le grandi cooperative rosse».
Intanto, per sabato prossimo, 17 novembre, Torino diventerà di nuovo teatro della protesta dei Si Tav. Questa volta a organizzarla è Forza Italia che si è data appuntamento sotto il Comune. A guidare la protesta l’ex sottosegretario Mino Giachino, che ha anche lanciato una petizione su Change.org per la Torino-Lione. «Dopo il no alla Torino-Lione del Comune, un no sbagliato e antistorico, siamo disponibili a incontrare solo il governo e il parlamento – dice – Porteremo dati su costi e benefici dell’opera raccolti attraverso il lavoro di economisti ed esperti di logistica, gli unici in grado di esaminarli. Con la sindaca, invece, discuteremo volentieri di aeroporto, ztl allargata e linea 2 della metropolitana».

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