Stefano Lo Russo mira e colpisce: «Se ci sono dei problemi con il collegio, se non andate d’accordo assumetevi le vostre responsabilità e agite di conseguenza». La frase del capogruppo del Partito Democratico estrapolata dal suo intervento durante la commissione Bilancio dove erano stati convocati in audizione pubblica i tre revisori dei conti non è campata per aria.

Probabilmente non lo ammetterà nessuno, se non a denti stretti, anche perchè ormai lo sanno pure i muri di Palazzo civico, e quelli di Palazzo di giustizia: tra i revisori e l’amministrazione Appendino non corre certo buon sangue. Ma se qualcuno ha accarezzato l’idea di revocare l’incarico a questo organo imparziale, selezionato attraverso un sorteggio, deve rassegnarsi al fatto che non è facile, come confermato dall’articolo 254 comma 2 del Tuel: «Il revisore è revocabile solo per inadempienza ed in particolare per la mancata presentazione della relazione alla proposta di deliberazione consiliare del rendiconto entro il termine previsto».

Se si ha avuto la sensazione che più sotto audizione Herri Fenoglio, Maria Maddalena De Finis e Nadia Rosso siano stati messi “sotto processo”, in particolare dai consiglieri della maggioranza, è dato dal fatto che le domande incalzanti sono state formulate magari in modo accalorato.

Innegabile che i toni del consigliere Antonio Fornari siano stati quanto meno “Arditi”. Ma lui come gli altri volevano delle risposte che, secondo il Movimento 5 stelle, dai revisori non sono arrivate. In particolare quella del presidente del consiglio Fabio Versaci: come mai secondo i revisori i 313 milioni di euro sono «da coprire entro l’attuale consiliatura» nonostante la legge, grazie, come ha ricordato lo stesso Versaci, all’ex sindaco Piero Fassino, prevedeva che potessero essere dilazionati con 11 milioni l’anno.

La non risposta viene evidenziata a fine commissione da Versaci che dice ai cronisti: «Ho fatto domande soprattutto sulla delibera del 2015 relativa ai 313 milioni ma non ho avuto risposte perchè hanno detto che non avevano la documentazione e vogliono rispondere per iscritto». In effetti, Fenoglio ha sostenuto che i 313 milioni non sono residui e che il collegio si riserva di commentarlo in forma scritta. Tornando all’audizione la “linea difensiva” dei revisori è che «il nostro compito è dare un parere sui documenti che ci vengono consegnati. L’ultima nota inviata è perchè la legge prevede che il Comune inoltri il Bilancio 2017 al ministero e abbiamo ripreso quanto detto precedentemente, ovvero le nostre riserve riguardo il Bilancio».

Non sono mancate le sciabolate tra maggioranza e le minoranze. Sia Alberto Morano che Stefano Lo Russo hanno parlato di un atto che conteneva delle precisazioni sulla bozza di delibera inviato via mail dai revisori il 27 luglio, ma arrivato ai capigruppo solamente il 31 luglio alle 12. Secondo il Pd è inconcepibile che «un atto così rilevante sia rimasto fermo e il presidente Versaci non abbia immediatamente inoltrato le precisazioni dei revisori». Su questa vicenda Fabio Versaci ha risposto che è impossibile dare l’immediatezza agli invii e ha chiesto ufficialmente ai revisori di procedere agli invii delle corrispondenze ai consiglieri.

C’era anche l’assessore al Bilancio Sergio Rolando il quale, però, nonostante i consiglieri di opposizione lo abbiano chiesto più volte non è mai intervenuto lasciando al direttore finanziari del Comune Paolo Lubbia il compito di confrontarsi con i revisori che ha difeso l’operato della giunta.

«La delibera di giunta sul bilancio è stata presentata lo scorso luglio al consiglio, ma è un documento in formazione progressiva che viene integrato progressivamente e che viene modificato anche in base ai pareri dei revisori» ha spiegato il direttore finanziario. «E’ vergognoso che parli un direttore e non l’assessore. Ma ormai è diventata consuetudine di questa amministrazione scaricare sugli uffici la responsabilità: lo fanno in questa sede come in altre» è il commento di Lo Russo.

I revisori intanto ribadiscono che loro hanno sempre sostenuto di non poter esprimere un parere su documenti che non avevano. «Un dibattito surreale» dice Osvaldo Napoli di Forza Italia. «Ormai la questione è politica. E quindi o l’amministrazione sfiducia i revisori o non gli resta che fare quello che dicono». Ecco: come Lo Russo anche Napoli quasi si domanda perchè se non vanno bene non vengano sollevati. «Lavorare su documenti finanziari ed economici è complesso e non si può sempre pretendere che i revisori diano una risposta a voce, specie se non si è detto loro i temi specifici per cui li si convoca. E’ bene dare l’opportunità di prepararsi per avere risposte più esaurienti» ha precisato Alberto Morano.

Una richiesta formulata anche dai revisori che hanno fatto sapere di preferire conoscere il motivo della convocazione in futuro. «Sappiamo che la situazione non è facile per la Città di Torino. Noi abbiamo solo fatto un quadro generale con un intento positivo, visto che a breve il bilancio dovrà essere chiuso vogliamo mettere tutto in luce per bene» ha precisato Fenoglio. Dire che siamo ai ferri corti tra revisori e amministrazione è essere buoni, se potessero le due parti se ne andrebbero senza salutarsi.

E in verità così è stato perchè a un’altra domanda sempre dai toni “Arditi” di Fornari Fenoglio, De Finis e Rosso si sono praticamente alzati pronti ad andarsene, decretando la fine della commissione.

Mentre Fenoglio alla domanda dei cronisti se si sono sentiti attaccati ha risposto: «Si, ma non abbiamo voluto cedere alle provocazioni». De Finis ha per l’ennesima volta precisato che non sono un organo politico e danno solo risposte tecniche. Insomma, un’altra calda giornata di novembre sul fronte Bilancio, mentre il 30 si avvicina e quel giorno si dovrà votare l’assestamento.