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domenica, 8 Settembre 2024

Grattacielo Piemonte, otto richieste di rinvio a giudizio

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Materiali non adeguati, come ad esempio le piastrelle. Oppure sempre materiali ma mai forniti nonostante contratti d’appalto stipulati fra Regione Piemonte e la Torre Regione Piemonte Scarl: questi alcuni episodi contestati nell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Francesco Saverio Pelosi e portata avanti dai carabinieri. Fatti che risalgono al 2014-2015.  

Otto richieste di rinvio a giudizio presentate dalla procura di Torino in un filone di inchiesta relativo alla costruzione del grattacielo destinato a ospitare gli uffici della Regione Piemonte.

La richiesta riguarda funzionari dell’ente e amministratori di società fornitrici. Per cinque di loro è stato ipotizzato il concorso in un peculato da 15 milioni di euro versati dalla Regione per opere mai eseguite o materiali mai entrati in cantiere.
I reati contestati, a seconda delle singole posizioni, sono l’abuso in atti di ufficio, l’inadempimento contrattuale in pubbliche forniture, il peculato (che non è contestato a Lui e Cagnata) e il falso.

La richiesta di rinvio a giudizio riguarda Carlo Savasta (all’epoca direttore dei lavori), Luigi Robino e Maria Luisa Tabasso (responsabili di procedimento fino al 2014), Luciano Cagnata (ex amministratore della ditta Monotile trading), Giancarlo Lui (direttore commerciale dell’azienda), Paolo Rosa (amministratore di Coopsette e procuratore di Torre Regione Piemonte Scarl), Carmelo Ballacchino e Francesco Dragone (rappresentanti fino al 2015 di Coopsette e Torre Piemonte Scarl).

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