Il Movimento dei Focolari, impegnato da anni anche sul fronte della lotta alla ludopatia, si unisce a quanti chiedono che non si receda da una legge attenta alle persone e alle famiglie più fragili, per la quale il Piemonte si distinse in tutta Italia. Alla politica si chiede di trovare risposte nuove al problema occupazionale.
In tanti si è molto lavorato negli anni passati per far crescere l’attenzione alla piaga sociale della ludopatia.
I Focolari sono tra i promotori del Movimento Slot Mob, che ha dato vita a eventi in più di 220 città italiane, il primo dei quali proprio nella nostra Regione, a Biella, nel 2013, quindi ad Alba, 2015, a Torino, 2016, e in altre. Mentre si premiavano locali virtuosi “no slot” si richiamava l’esigenza che vanno favorite le relazioni delle persone con le persone e non con macchine programmate per sfruttare le loro debolezze.
La legge n.9 del 2016, approvata all’unanimità, fu un traguardo di civiltà che pose il Piemonte all’avanguardia nella prevenzione della ludopatìa e che ne fece un esempio per le altre Regioni.
Comprendiamo il problema occupazionale derivato da questa legge, problema che la pandemia ha accentuato, ma chiediamo alla politica di sforzarsi per trovare soluzioni che guardino avanti, verso un’economia più attenta a tutti. Dal buio di questi mesi non si può uscire tornando indietro.
Chiediamo al Presidente Cirio e a tutta l’Assemblea Regionale di ascoltare l’appello nostro e di tanti, a cui uniamo quello del Movimento Slot Mob a puntare a soluzioni radicali per un settore che raccoglie in Italia 110 miliardi di euro all’anno, 6,5 in Piemonte, indici “del disagio profondo di una popolazione costretta a vivere la più grave crisi economica del dopoguerra, aggravata dalla pandemia da Covid 19.”
“L’emergenza coronavirus ci ha consegnato il volto dell’Italia migliore, capace di donazione estrema a servizio del bene comune e della salute pubblica. Un patrimonio destinato a disperdersi se non si riesce a capire, come ribadito da sempre dal Movimento Slot Mob, che è venuto il tempo di ridiscutere il sistema delle concessioni dello Stato alle multinazionali dell’azzardo.
Il disastro della pandemia è il segnale di un necessario cambiamento nel campo delle scelte economiche, senza cedere al ricatto occupazionale, inevitabile se non si ha il coraggio della riconversione produttiva, in linea con la nostra Costituzione: l’articolo 41 ribadisce che la libera iniziativa privata «non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana».
Siamo contenti di vedere i segnali di resistenza della società civile piemontese in difesa di una legge giusta. Confidiamo che sia occasione di un soprassalto di una coscienza politica attenta al bene comune.”
Ma.Mi.