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mercoledì, 4 Dicembre 2024

Fratelli d'Italia e quelle famiglie arcobaleno che proprio non vanno giù

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

C’è chi organizza una protesta per chiedere condizioni di lavoro più accettabili, una scuola più giusta, una società più vivibile, e chi invece sceglie di scendere in piazza per ribadire la vitale importanza della cosiddetta famiglia tradizionale. Con tanto di bandiere, striscioni e bambini esposti con buona pace dei timori di strumentalizzazione. Stiamo parlando di Agostino Ghiglia e Roberto Ravello, portavoci regionale e provinciale di Fratelli d’Italia, che hanno promosso un flash-mob davanti a Palazzo Civico «per ribadire l’importanza e la centralità della famiglia sociale». L’occasione, la Festa della Mamma. Ma come sappiamo, ogni pretesto è buono.
È cosa nota, infatti, che i membri del partito non siano nuovi a schierasi apertamente contro le unioni tra persone dello stesso sesso. E se due uomini o due donne osano desiderare un figlio, la protesta si trasforma subito in raccapriccio.
Era poco più di un mese fa quando il capogruppo in Consiglio Comunale Maurizio Marrone ribadiva orgogliosamente di aver partecipato alla manifestazione delle “Sentinelle in piedi”, un gruppo riunitosi in piazza Solferino per pregare a favore dell’eterosessualità (come se essere etero o gay fosse qualcosa che ha a che fare con la preghiera). Ora Ghiglia e Ravello cavalcano gli stessi temi e dichiarano senza vergogna che «Per noi mamma e papà non sono dei numeri e non potranno mai essere considerati come genitore 1 e genitore 2». Un modo per far campagna elettorale, certo, visto che non manca la stilettata al superfavorito candidato in Regione Sergio Chiamparino, colpevole di mettere in atto «politiche pelose di Chiamparino e Fassino tra matrimoni gay e fantomatici registri».
Oltre alla mera propaganda politica, però, quello che stupisce è la strisciante omofobia che, ancora, fa presa su qualcuno nel 2014. Forse quello che Ghiglia, Ravello e soprattutto tutti quei (pochi) che hanno applaudito al loro flash-mob dovrebbero memorizzare una semplice asserzione: le famiglie gay esistono. Sono imperfette, ricche d’amore e di litigi, esattamente come quelle etero. Sono, insomma, famiglie a tutti gli effetti e renderle tali agli occhi della legge sarebbe solo l’ultimo passo di un processo che è già avvenuto.
Come se poi ci fosse la volontà da parte di chi nasce gay di convertire tutto il mondo all’omosessualità. Il flash-mob, non abbiamo il timore di dirlo, è stato semplicemente demenziale.
 

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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