Durante lo spoglio per l’elezione del nuovo presidente del consiglio comunale di Torino, tra schede bianche e il nome “Sicari”, non è sfuggita all’attenzione quella con la scritta “Non mi rappresenta”.
L’autrice, che non ha avuto nessun problema a rivendicare quanto scritto in scrutinio segreto, è la capogruppo di “deMa” Deborah Montalbano.
Già, tra l’ex consigliera grillina e il nuovo presidente del Consiglio comunale di Torino non corre certo buon sangue. Infatti non è un mistero di Palazzo il fatto che ci sarebbe proprio lo zampino di Francesco Sicari nella querelle che portò alla cacciata della Montalbano dal gruppo consiliare pentastellato: il caso dell’utilizzo improprio di una macchina di servizio da parte della consigliera.
Pare che proprio dopo che la Montalbano usò l’auto blu per andare a prendere la figlia a scuola Sicari indossò i panni da Sherlock Holmes per indagare e presentare le prove ai colleghi.
Non solo. Chi non è amico del neopresidente lo descrive come uno molto attento alle frequentazioni degli altri consiglieri grillini: pronto a segnalare quando li vede parlare con i giornalisti, ad esempio. Compito che comunque, se le voci dei maligni fossero confermate, non farebbe così bene visto le svariate fughe di notizie che provengono proprio dai banchi della maggioranza.
Ma al di là dei dossieraggi e dei controlli, chi è realmente Francesco Sicari che da oggi rinveste uno dei ruoli istituzionali più importanti del Comune di Torino?
È ancora studente di ingegneria, a 31 anni, a Politecnico di Torino. Nato in Calabria, come lui stesso ha raccontato nel suo discorso di insediamento. Sicari dovrà dimostrare molto durante il suo mandato visto che sono in molti ad avere dubbi sulle sue capacità effettive di riuscire a camminare tenendo sulle spalle un incarico così importate ci sono.
Anche perché nei due anni e mezzo in Sala Rossa come consigliere Sicari non ha avuto molte occasioni per mettersi in mostra avendo fatto solo tre interventi e classificandosi penultimo tra tutti i membri del consiglio (peggio di lui solo Fabio Gosetto, sempre grillino, con due interventi).
«L’impegno che prendo oggi qui davanti a voi e alla Città è di farmi garante delle istanze di ognuno di voi con imparzialità e rigore, nel pieno rispetto del nostro Statuto, del regolamento e della storia di quest’aula», ha dichiarato nel suo primo intervento in Sala Rossa come presidente.
Ma almeno non ha fatto gaffe, a differenza di Viviana Ferrero, la neo vicepresidente, che una piccolissima, ad essere pignoli, l’ha fatta parlando di Torino come la “città dei due fiumi”, quando invece i fiumi che la attraversano sono quattro.
foto di ©Rawsht Twana