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mercoledì, 23 Ottobre 2024

Fondi pensionistici e TFR: come funziona

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TFR: lasciarlo in azienda o investire? Il ruolo dei fondi pensionistici

Se un tempo la vita in azienda era vista come una certezza priva di rischi, oggi destreggiarsi nel mondo del lavoro è diventato più complicato.

In questo contesto, giocano un ruolo fondamentale le forme pensionistiche integrative, in grado di rispondere all’incertezza derivante non solo dalla precarietà ma soprattutto da una tassazione sempre più ingente. È proprio quest’ultima la vera nemica dei risparmi degli italiani, che, secondo il Sole 24 Ore, ogni anno perdono tra il 23 e il 43% del proprio TFR

Cos’è il TFR 

Il TFR, letteralmente Trattamento di fine Rapporto, è la somma dovuta al dipendente subordinato di qualsivoglia azienda o società (pubblica o privata) al termine – appunto – del rapporto di lavoro, indipendentemente dai motivi che hanno portato alla risoluzione del contratto (licenziamento, raggiungimento dell’età pensionabile, decadenza in caso di tempo determinato, ecc.). Di norma, corrisponde ad una mensilità annua, calcolata su 13,5 mesi, che viene accantonata dal datore di lavoro (in caso di TFR in azienda) al fine di garantire al lavoratore un piccolo tesoretto a supporto della quota pensionistica prevista dall’Inps.

Come gestire il proprio TFR guadagnando

Benché sapere di possedere un gruzzoletto sudato grazie ai sacrifici lavorativi sia di per sé un’idea rassicurante, in pochi sono a conoscenza del fatto che mantenere il TFR in azienda rischia di diventare, a lungo termine, una scelta controproducente e soprattutto molto costosa. Ogni lavoratore, infatti, al momento della firma del contratto di lavoro, può scegliere se lasciare il TFR in azienda o se destinarlo ad un fondo pensione.

Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Associazione Nazionale tra le Imprese Assicuratrici (ANIA), il rendimento delle assicurazioni previdenziali supera dell’1,3% quello del TFR in azienda, arrivando a toccare picchi dell’11% nel caso dei Piani individuali pensionistici (i cosiddetti Pip). Cosa significano questi dati? Che a parità di somma accantonata i fondi pensione sono in grado di restituire quasi 4 volte di più rispetto all’importo previsto da chi sceglie di mantenere il Tfr in azienda. 

Un altro elemento da prendere in considerazione quando si sceglie dove destinare il proprio TFR è la tassazione sullo stesso. Mentre nel caso del TFR lasciato in azienda è prevista la tassazione che varia dal 23 al 43%, per chi sceglie di affidarsi ad una compagnia assicurativa, tramite un fondo pensione, l’aliquota prevista parte dal 15% per diminuire ogni anno, dopo il raggiungimento dei 15 anni, dello 0,3%. Nel caso di un TFR maturato in 15 anni, dunque, calcolato su una RAL di 30mila euro, se per chi lascia il TFR in azienda quest’ultimo corrisponderà a circa 25mila euro, chi ha fatto affidamento ad un fondo pensione riceverà almeno 3mila euro in più.

L’ultimo aspetto che permette di non perdere in alcun modo i soldi del proprio TFR riguarda l’aspetto debitorio del lavoratore. In caso di debiti, infatti, l’ammontare accumulato grazie al fondo pensione non è pignorabile.

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