Niente da fare per Michele Giovine, l’ex consigliere regionale del Piemonte eletto nella lista “Pensionati per Cota”. La Cassazione ha respinto il suo ricorso straordinario contro la condanna definitiva emessa al 14 novembre 2013 che lo condannava a due anni e otto mesi per aver raccolto le firme false alle elezioni regionali del 2010 (annullate proprio per questo), giudicandolo «inammissibile».
Giovine, al quale era subentrata la compagna a Palazzo Lascaris, la condanna si basava sulla lettura sbagliata delle notizie di reato e delle risultanze di fascicolo. I giudici supremi però sono stati di diverso parere.