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lunedì, 2 Dicembre 2024

Feyenoord: 40 anni di violenza alcolica

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

I danni alla fontana della Barcaccia in piazza di Spagna a Roma – opera del Bernini da poco restaurata – sono il simbolo degli scontri avvenuti ieri nel centro della Capitale tra gli hooligans olandesi del Feyenoord e le forze dell’ordine italiane. Le autorità romane si rimbalzano la responsabilità di quanto accaduto, con Forza Italia che chiede le dimissioni di Ignazio Marino e il sindaco che rimanda le accuse al prefetto («Non è certo il sindaco che deve armare i cittadini»); mentre la questura di Roma parla di una partita preparata da gennaio con le autorità olandesi, a cui rimprovera di aver segnalato solo poche centinaia di tifosi pericolosi sui cinquemila che ufficialmente sono confluiti nella Capitale per l’incontro.
Quello che si è verificato ieri a Roma è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi che vedono come protagonista la frangia estremista della tifoseria olandese, spesso al centro di una cronaca fatta di violenza gratuita e vandalismo supportati dall’alcool. “Violenza alcolica”, l’hanno definita loro stessi in passato. E infatti, a eccitare gli hooligans olandesi ha contribuito anche la decisione di qualche esercizio di aggirare il divieto di vendita di bevande alcoliche, nonostante da un paio di giorni le forze dell’ordine avessero diffuso lo stato di massima allerta.
Eppure sarebbe bastata l’esperienza a mettere in guardia da quanto accaduto ieri, un’esperienza che affonda le sue radici nella finale di Coppa Uefa del lontano maggio del 1974, quando a Rotterdam gli scontri tra le tifoserie del Feyenoord e del Tottenham portarono a oltre 60 arresti e causarono più di 200 feriti.
Ma sono numerosissimi i precedenti violenti. Nel 1982 gli ultras del Feyenoord lanciarono una bomba artigianale verso la tifoseria dell’AZ Alkmaar, che fortunatamente esplose solo parzialmente limitando la portata distruttiva che poteva avere.
Nel 1991, invece, durante uno scontro con i sostenitori del Twente, un ultras di questa squadra fu ucciso a colpi di coltello. L’antisemitismo è invece alla base della tristemente famosa battaglia Beverwijk del 1997, contro i supporter dell’Ajax, team figlio della comunità ebraica di Amsterdam. In quell’occasione le due squadre si diedero appuntamento sull’A9, un’autostrada chiusa per lavori, sfidandosi a colpi di coltello e mazze da baseball.
Gli episodi più recenti risalgono al 2014. Lo scorso luglio i “black bloc” della tifoseria olandese – come sono stati definiti dal loro ambasciatore in Italia – si sono resi protagonisti di violenti episodi insieme ai loro omologhi del Besiktas. Ma è stato in ottobre che hanno dato il meglio. In quell’occasione, infatti, la tifoseria estremista del Feyenoord bloccò dentro un pub i sostenitori del Rijeka, scagliando contro di loro battaglie piene di urina. E considerando la grinta dei croati, è stata solo fortuna se non c’è scappata la vittima.

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