di Bernardo Basilici Menini
In un’intervista a La Stampa Piero Fassino interviene sul tema della legge elettorale e della riforma costituzionale, lanciando l’appello del comitato “Sinistra per il Si”: «E’ ora di abbassare la temperatura. L’Italicum può migliorare, ma i contenuti della riforma sono coerenti con battaglie antiche della sinistra italiana» afferma l’ex sindaco di Torino, che, rispondendo a Massimo D’Alema aggiunge «I militanti della Cgil o dell’Anpi che votano sì sono numerosi pure loro. Io sono vicinissimo alla tradizione partigiana, anche per vicende legate alla mia famiglia, ma non per questo mi sento in contraddizione votando SI. Trovo sbagliato dare a questo voto una connotazione ideologica o, peggio, classista».
Fassino parla anche di Gustavo Zagrebelsky, ex presidente della Corte Costituzionale, e dei suoi intenti di lasciare l’insegnamento nel caso in cui la riforma venga confermata dagli elettori: «Mi auguro invece che continui, quale che sia l’esito del referendum. Che si è caricato di troppe tensioni».
Sul merito del referendum e della gestione di questo da parte del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, Fassino fa notare come «Renzi abbia riconosciuto l’imprudenza iniziale. Ora è il momento di abbassare la temperatura. E di giudicare serenamente la riforma in base ai contenuti, non ai pregiudizi. E di giudicare serenamente la riforma in base ai contenuti, non ai pregiudizi».
«L’Italicum può migliorare –conclude Fassino– ma non è materia di referendum e la Costituzione varrà con qualsiasi legge elettorale. Teniamo le cose distinte. Poi, personalmente, rifletterei se confermare o meno il ballottaggio che cambia di natura in un sistema non più bipolare ma fondato su tre poli».